Ballottaggi. Affluenza ai minimi, il centrosinistra vince le sfide "di peso"
Damiano Tommasi, nuovo sindaco di Verona
Ore 12:30 - Berlusconi riunisce i vertici di Fi ad Arcore. Riunione ad Arcore tra i vertici di Forza Italia assieme al fondatore Silvio Berlusconi. L'incontro, a quanto si apprende, ha come punto all'ordine del giorno l'analisi del risultato dei ballottaggi. All'incontro, assieme al Cav., sono presenti Antonio Tajani, coordinatore del partito, e i due capigruppo, Paolo Barelli e Anna Maria Bernini. Intanto proseguono le polemiche tra Flavio Tosi (in corsa da autonomo a Verona e appoggiato da Fi) e i vertici di Fdi (che invece ha sostenuto il sindaco uscente Sboarina). «Spiace notare che invece di fare autocritica Flavio Tosi attacchi in modo strumentale il sindaco uscente di Verona Federico Sboarina - interviene il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida -. Se, come sostiene Tosi, Sboarina era il candidato sbagliato, certamente gli elettori di Verona hanno certificato che Tosi lo era molto di più. Ci domandiamo, visto l'esito, come mai semplicemente non arrivino delle scuse per aver spaccato il centrodestra e l'impegno ad evitare lo stesso errore in futuro».
Ore 11:00 - Meloni a Salvini e Berlusconi: basta litigi. «Basta litigi, attenti a non mettere a rischio il risultato delle politiche. Chiederò a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi di vederci il prima possibile per evitare ulteriori divisioni». È l'appello lanciato da Giorgia Meloni in un video a commento dei ballottaggi. «Sono contenta che FdI abbia trainato la coalizione - ha poi proseguito la leader di Fdi -, ma non basta, occorre parlarsi subito per fermare le polemiche e ricordarsi che l'avversario è sempre la sinistra e mai l'alleato».
Ore 09:30 - Calenda: mai nel campo largo con i 5s. Renzi: centrosinistra vincitore. «Letta il campo largo lo deve con i 5 Stelle, è il suo progetto e va benissimo così. Noi facciamo un'altra strada cercando di recuperare non solo il voto di sinistra ma anche di centrodestra». A dirlo è il leader di Azione, Carlo Calenda, che a urne chiuse ribadisce il suo no a un'alleanza che veda il proprio partito assieme ai pentastellati. «I nostri candidati sono andati tutti in doppia cifra ed erano iscritti ad Azione a +Europa e guardando i flussi i voti vengono metà dal centrosinistra e metà dal centrodestra, ed è quello che faremo». Per Matteo Renzi invece non ci sono dubbi sul fatto che questa tornata sia stata vinta dal centrosinistra, anche se, dice, «bisogna sempre stare attenti a dare un giudizio nazionale».
Ore 08:30 - Salvini: un errore non allearsi con Tosi. In un'intervista a La Stampa il leader della Lega, Matteo Salvini, si lamenta per la scelta di non far votare anche oggi per i ballottaggi e commenta la strategia fallimentare messa in campo a Verona dal centrodestra. Il fatto che Sboarina abbia deciso di non apparentarsi con le liste di Flavio Tosi «è uno sbaglio clamoroso». E lo dice
«uno che Tosi lo ha espulso dalla Lega e che di certo non è uno dei suoi migliori amici. Non entro nelle dinamiche interne degli altri partiti ma da quello che mi risulta i vertici nazionali di FdI hanno anche detto al sindaco di ripensarci, ma lui e i suoi hanno tirato dritto rinunciando ad un accordo che avrebbe portato in dote il 23 per cento».
Ore 08:00 - Letta: risultato straordinario. Mentre prende corpo la vittoria del centrosinistra anche nel comune di Monza, arrivano le prime reazioni ai risultati dei ballottaggi di ieri. A rompere il ghiaccio tra i leader dei grandi partiti è Enrico Letta: «Esprimo grandissima soddisfazione per questo ballottaggio, un risultato straordinario per il pd e il campo democratico - ha commentato il segretario dem -. Noi rovesciamo molti sindaci uscenti, penso a Verona, Alessandria, Piacenza e sembra anche Monza».
I RISULTATI
Una notte elettorale vecchio stile, senza exit-poll e proiezioni a semplificare la vita dei media e dei cittadini a caccia di informazioni immediate. Sezione dopo sezione, e scrutinio dopo scrutinio, il quadro politico però si delinea: strappando Verona, Catanzaro e Piacenza al centrodestra, è il centrosinistra a prendersi le vittorie di “peso” dei ballottaggi 2022.
Il primo elemento che si delinea nella notte è la doppia vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna, a Parma con Michele Guerra (66%) e a Piacenza con Katia Tarasconi (53,46%). Se a Parma si tratta di una vittoria annunciata e in continuità con l’esperienza dell’ex pentastellato Federico Pizzarotti, a Piacenza invece si tratta di un vero e proprio ribaltone, dato che ad essere sconfitta è la sindaca uscente di centrodestra Patrizia Barbieri.
Ma è solo un antipasto dei risultati più attesi, che si concretizzano più lentamente. A Verona l’ex calciatore Damiano Tommasi, candidato del centrosinistra, con il 53,38% si mette avanti al sindaco uscente Sboarina, di Fdi, che paga a caro prezzo il mancato apparentamento con il forzista Flavio Tosi.
La notte dura del centrodestra, e soprattutto di Lega e Fdi, diventa incubo poi a Catanzaro dove il candidato del campo largo Nicola Fiorita vince con un ampio margine (58,24%) sul favoritissimo Valerio Donato (e anche qui non mancheranno polemiche sulle divisioni del centrodestra).
A Lucca, altra città finita sotto i riflettori per l’apparentamento tra centrodestra e destra estrema, il testa a testa sino all’ultimo voto tra Raspini (centrosinistra) e Pardini (centrodestra) si conclude, a sorpresa, con la vittoria di Pardini. Quindi anche l'alleanza Fi-Lega-Fdi ha un "ribaltone" da poter rivendicare.
Dei 26 capoluoghi che hanno scelto il sindaco in questa tornata, 13 sono andati al ballottaggio oltre a Verona, Parma, Lucca, Piacenza e Catanzaro.
Il centrosinistra si riprende Alessandria con Abonante, sconfiggendo il sindaco uscente Cuttica. Ma forse più rilevante, per il "campo largo", è il sorpasso all'ultimo metro a Monza, dove per il candidato del centrodestra Allevi si è speso anche Berlusconi: Paolo Pilotto del centrosinistra a poche sezioni da scrutinare è in lieve vantaggio, il 51,19%. Mentre appare scontata la tenuta di Cuneo, il centrosinistra mastica amaro per la netta sconfitta a Como per mano del candidato civico Rapinese.
Il centrodestra si conforta con le nette vittorie di Gorizia, Frosinone e Barletta, confermandosi alla guida di queste città, mentre a Viterbo passa una coalizione civica che ha sconfitto il centrosinistra.
Tra le note di cronaca della giornata, gli interventi delle Forze dell'Ordine per gravi tentativi di inquinare il voto a Pozzuoli, grosso centro dell'area metropolitana di Napoli.
Dei 13 capoluoghi andati al ballottaggio, 10 erano del centrodestra e 3 del centrosinistra. Alla fine degli scrutini la situazione sarà invece a favore del centrosinistra che incassa 7 sindaci contro 4 del centrodestra (Como e Viterbo, come detto, diventano "civici"). Al primo turno 13 capoluoghi avevano già scelto il proprio sindaco: 10 città erano andate al centrodestra con la “conquista” di Palermo e Belluno e le conferme di Genova, L’Aquila, Asti, Pistoia, Rieti, Messina, Oristano e La Spezia; 3 se li era aggiudicati il centrosinistra, con la “conquista” di Lodi e le conferme di Padova e Taranto. Nel complesso, nei 26 capoluoghi che hanno votato tra il 12 e il 26 giugno, si è passati da un 20-6 di partenza a un 14-10 a favore del centrodestra (sempre considerando l'eccezione-Como e Viterbo).
Ancora un crollo della partecipazione: a livello nazionale, sono andati a votare il 42,18% circa degli aventi diritto. Un’astensione-record che conferma e amplifica il dato del primo turno. Particolarmente basso il dato dei Comuni di Lazio, Lombardia e Piemonte.