"Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno". Lo afferma in una intervista al
Corriere della Sera il presidente della Cei, cardinale
Angelo Bagnasco, esprimendo la sua preoccupazione "più grande" per "la tenuta del nostro Paese e la coesione sociale" e sottolineando che "ciò che lascia sbigottiti è l'irresponsabilità di chi pensa a sistemarsi mentre la casa brucia", confermando l'incapacità che i partiti hanno avuto "per troppo tempo di pervenire a decisioni difficili e a parlare il linguaggio della franchezza e non quello della facile demagogia". Ora, aggiunge il presule, "il vento gelido dell'antipolitica, comunque si esprima, non va sottovalutato".Un anno fa, spiega l'arcivescovo di Genova, "il problema era mettere in sicurezza l'Italia in una crisi di sistema a lungo sottovalutata e di fronte a una classe politica incapace di riforme effettive. Il governo tecnico ha messo al riparo da capitolazioni umilianti e altamente rischiose". E oggi, che bisogna "continuare a concentrarsi sui problemi prioritari dell'economia, sul modo di affrontare la drammatica questione del lavoro e sulla lotta alla corruzione", "sarebbe un errore non avvalersi di chi, come il premier, ha contribuito in modo rigoroso e competente alla credibilità del nostro Paese". La scelta delle dimissioni, per il presidente dei vescovi italiani, "era una decisione forse inevitabile. Piuttosto di galleggiare è meglio un atto coraggioso".