A rischio allontanamento?. Il caso delle badanti: centomila senza permesso
«Ci adopereremo per rendere effettive le procedure di rimpatrio» ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo discorso al Senato per chiedere la fiducia sul nuovo governo giallo-verde. Quello sulle espulsioni degli irregolari dall’Italia è uno dei punti rimarcati nel contratto di governo firmato dal Movimento cinque stelle e la Lega e più volte sottolineato dal nuovo ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La stima degli stranieri che si trovano in condizione di irregolarità sul nostro territorio è di circa 500mila persone, tra questi almeno 100mila sono colf e badanti. Cioè gli assistenti familiari che quotidianamente si prendono cura degli anziani e delle persone non autosufficienti.
Gli assistenti familiari sono indispensabili
Cosa farà il nuovo esecutivo? Deciderà di espellere anche loro o, come già successo in passato con il governo Berlusconi, sta già pensando a una sanatoria? Sergio Pasquinelli, vicedirettore dell’Osservatorio nazionale sulle politiche sociali Welforum.it, ha spiegato a Redattore Sociale che che negli anni il numero di lavoratori domestici irregolari, cioè senza permesso di soggiorno, è diminuito ma rimane una fetta consistente del fenomeno. «Gli assistenti familiari in Italia sono in totale circa 850mila, di questi almeno 70-80mila sono senza permesso di soggiorno, semplicemente perchè la normativa non ha dato loro la possibilità ottenerlo – ha detto –. Poi ci sono le colf irregolari che sono quantomeno altre 20 mila. Anche questi 100mila rientrano nel conteggio dei 500mila da espellere. La narrazione che circola nel dibattito pubblico, infatti, vorrebbe far credere che i potenziali rimpatri riguardano tutti quelli che arrivano via mare. Questo non è vero, è un fenomeno che non ha nulla a che fare coi flussi, ma che riguarda le persone straniere che vivono in Italia da anni, e che in alcuni casi sono componenti fondamentali di alcuni settori, come l’edilizia o l’assistenza dei malati».
Un milione di lavoratrici in nero
Nel complesso, i numeri dell’assistenza domiciliare sono più alti. Se è vero che le badanti senza permesso di soggiorno lavorano, per forza di cose, senza regolari contratti, «in questo campo è allarmante la cifra dei lavoratori fantasma: si tratta di un milione di badanti in nero». Lo sostiene Stefano Granata, neopresidente di Confcooperative Federsolidarietà, secondo cui il lavoro delle colf e delle badanti «rappresenteranno una ciambella di salvataggio per le famiglie in difficoltà, ma è una piaga sociale ed economica da sanare». La spesa dei Comuni per il welfare è aumentata del 20,7% in 10 anni «ma non basta», sottolinea Confcooperative. Nel 2015 la spesa dei municipi per i servizi sociali è stata di circa 7 miliardi di euro, lo 0,42% del Pil nazionale. Dal 2013 al 2015 la spesa media annuale nazionale pro capite è rimasta invariata a 114 euro. Al Sud, invece, è decisamente inferiore rispetto al resto d’Italia: da 50 euro pro-capite si passa a valori superiori a 100 euro annui in tutte le altre ripartizioni, con un massimo di 166 euro per il Nord-Est.