Dopo le denunce. Azzardo sponsor di serie. A Ora la Lega Calcio indaga
La Lega Calcio frena sull’accordo con 1XBet, la società di scommesse considerata 'illegale' dai Monopoli. Dopo la denuncia di Avvenire la Lega, e Infront, l’Advisor che ha trattato l’accordo, stanno accertando l’eventuale «uso improprio » del simbolo della Lega e stanno facendo valutazioni in merito all’accordo stesso e alla sua applicazione, per vedere se ci sono profili di opportunità per fare un passo indietro o addirittura per mettere in mano la vicenda agli avvocati, contestando alla società russa la correttezza del suo operato. Anche per quanto riguarda i pagamenti delle vincite, come ci spiega l’amministratore delegato di Infront Italia, Luigi de Siervo, confermando la denuncia di non pochi scommettitori.
Una posizione che ci è stata riferita dopo la pubblicazione di un lungo comunicato e dopo le non poche reazioni negative del mondo politico e associativo. Infront difende la correttezza del contratto, spiega di aver ceduto i diritti d’immagine alla società inglese Isg, che ha realizza- to la parte tecnica e commerciale dell’accordo. Sostiene, nel comunicato diffuso in mattinata, che «ai fini del contratto in essere non ha alcuna rilevanza se la società 1XBet sia o meno autorizzata dai Monopoli, perché l’associazione d’immagine è concessa solo per i Paesi esteri in cui l’operatore è abilitato a operare: il segnale non può essere infatti trasmesso in Italia». Insomma, «l’operazione è avvenuta nel rispetto della normativa italiana e internazionale Tavecchio non ha responsabilità sull’accordo con 1XBet e il tema della legittimità di questo o di qualsiasi altro operatore, non autorizzato ad operare in Italia, a raccogliere comunque scommesse nel nostro paese, non ha nulla a che vedere con la situazione in esame». Dunque, concludono, «le responsabilità di queste presunte attività illegali prescindono (...) dal contratto con Lega Serie A e non sono certamente da attribuire a Lega o a Infront, ma alle autorità deputate ».
Che è ovviamente una critica ai Monopoli. Poi però, evidentemente, qualche cosa di non corretto è stata accertata. In particolare, la possibilità di collegarsi al sito dal-l’Italia, come dimostrato ieri da Avvenire. Ma non solo questo, perché lo stesso sito, in italiano, di 1XBet, lo ammette. «Negli ultimi 2 anni – si legge – 1XBet si sta affermando come il bookmaker NON AAMS preferito dagli scommettitori italiani». Non Aams, dunque illegale, perché senza licenza. Ma molto utilizzato in Italia da italiani. La società lo ammette, e non si arrende. Lo scrive anche. «In seguito alle numerose censure di alcuni governi fra cui Italia, Turchia, Russia e Cina (che riconoscono solo le licenze nazionali), con conseguente oscuramento del sito principale (www.1xbet.com) 1XBet ha aperto e continua ad aprire centinaia di siti alternativi con l’obbiettivo di aggirare suddette censure e permettere ai propri iscritti di continuare a scommettere in libertà senza dover modificare la connessione al proprio computer».
È il rifiuto palese delle leggi italiane. Lega e Infront lo sapevano? Lo sapeva chi ha firmato il contratto? Certo, ora lo sanno. E ci stanno riflettendo. Intanto fioccano i commenti negativi. «Errare umano ma perseverare è diabolico», è il duro commento di Stefano Vaccari, coordinatore del Comitato sull’infiltrazione mafiosa nel gioco legale e illegale della Commissione parlamentare antimafia. «Oltre alla dubbia opportunità di collegare sponsor del gioco d’azzardo con il calcio – sottolinea il senatore del Pd – in questo caso c’è l’aggravante dell’illegalità. Tavecchio deve rivedere immediatamente la sua scelta». Non è da meno Viviana Beccalossi, assessore al territorio della Lombardia, con la delega al contrasto all’azzardo. «Il presidente Tavecchio ci ricasca, confermandosi inadeguato per guidare lo sport più amato dagli italiani. È arrivato il momento, qualificazione o no per i Mondiali, che si faccia da parte».
E col presidente di Federcalcio e commissario della Lega se la prende anche Stefano Fassina, deputato di Si, che annuncia un’interrogazione al ministro dell’Economia «per chiedere al governo una valutazione sull’opportunità della permanenza al vertice del calcio italiano».