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Azzardo. L'allarme della Banca d'Italia: mafie presenza pervasiva nell'affare

Antonio Maria Mira martedì 16 gennaio 2018

"In ragione dei rilevanti flussi finanziari da cui è caratterizzato, il settore dei giochi e delle scommesse è oggetto di concrete e potenziali infiltrazioni della criminalità organizzata. Numerose indagini investigative evidenziano il carattere sempre più capillare e pervasivo di tale fenomeno".
A lanciare l’allarme è la Banca d’Italia nel documento "Le linee di intervento della nuova regolamentazione antiriciclaggio nel settore del gioco", elaborato in questi giorni dall’Unità di Informazione Finanziaria (Uif). Nel mirino soprattutto Vlt e scommesse on line. I tecnici di via Nazionale denunciano «la rilevante esposizione del settore del gioco al rischio di riciclaggio», soprattutto «in relazione all’espansione che il comparto del gaming ha registrato negli ultimi anni e ai rischi connessi alle sue potenzialità di trasferimento monetario e di infiltrazione criminale».

I numeri citati sono decisamente preoccupanti. In particolare quelli relativi alle segnalazioni delle operazioni sospette trasmesse all’Uif dagli operatori dell’azzardo. Tra il 2015 e il 2016 sono cresciute quasi del 40%, passando da 1.466 a 2.050. E, sottolinea Bankitalia, queste rappresentano circa l’80% delle segnalazioni trasmesse dagli operatori non finanziari, passate da 1.864 nel 2015 a 2.584 nel 2016.

Ma c’è da fare di più. Secondo un’analisi del Comitato di sicurezza finanziaria del Ministero del Tesoro, alla quale ha collaborato l’Uif, è necessario «perseguire una maggiore armonizzazione del quadro regolamentare e dei controlli, nonché più ampi ed efficaci scambi informativi fra le autorità, specie in considerazione del carattere transfrontaliero dell’attività». Grazie alla IV Direttiva antiriciclaggio della Ue «sono stati rafforzati i presidi antiriciclaggio e gli ambiti di cooperazione nel settore dei giochi» ma, avverte Bankitalia, «spetta ora agli operatori e alle autorità proseguire la collaborazione in modo attivo, responsabile ed efficace».
Bisogna dunque fare di più, anche perché «negli ultimi anni il comparto del gaming ha subìto profonde e rapide trasformazioni dovute all’introduzione di nuove tecnologie telematiche e all’ingresso nel mercato di nuovi soggetti attratti dagli elevati flussi finanziari generati dall’industria del gioco» e con questo sono cresciuti i «pericoli insiti nel settore – non solo illegale, ma anche autorizzato – che, per le sue caratteristiche, non poteva non suscitare l’interesse di organizzazioni criminali collegate a usura, spaccio di stupefacenti e riciclaggio».

Dunque illegale e legale. E gli esperti di Palazzo Koch lo spiegano ulteriormente: «Le sempre più numerose indagini delle forze di polizia e della magistratura hanno messo in evidenza la capacità delle organizzazioni criminali di inserirsi nella complessa e capillare filiera del gioco in tutto il territorio nazionale, sfruttando le opportunità offerte dal gioco illegale, acquisendo il controllo delle sale gioco, nonché traendo profitto dalle attività indirette e collaterali al settore, quali la percezione di interessi sui prestiti erogati ai giocatori che hanno bisogno di contanti per proseguire il gioco; esercitando la loro influenza ed estendendo i lori investimenti sulle attività collegate al gioco, quali ristoranti, strutture alberghiere, locali di intrattenimento». Allarme anche per «una sempre più rilevante attività svolta mediante la gestione su piattaforme illegali delle scommesse sportive e dei videopoker, con l’utilizzo di server ubicati in Paesi esteri». Un’offerta di gioco «la cui entità è difficilmente stimabile».

L’analisi delle segnalazioni di operazioni sospette nel settore delle scommesse sportive ha consentito di individuare come anomala «l’effettuazione di consistenti vincite su specifici eventi sportivi privi di particolare notorietà o risonanza mediatica», e ancora il «sistematico ricorso a una serie di scommesse su uno stesso evento a rischiosità media in modo da coprire tutto il possibile ventaglio delle probabilità». Un «espediente» per «realizzare vincite "sicure"» ma anche per «poter disporre di capitali "ripuliti"». L’importo delle vincite risulta spesso inferiore a quello delle giocate, ma questo «rappresenta il costo del riciclaggio».

Riguardo al gioco on line, le principali anomalie riguardano l’utilizzo del conto che il concessionario deve aprire a ogni giocatore per registrarvi le ricariche, le giocate, le vincite e i rimborsi. «Le segnalazioni analizzate evidenziano ricariche di conti di gioco effettuate mediante carte presumibilmente rubate o clonate o con mezzi di pagamento provenienti da soggetti diversi dal titolare del conto».