Bari. Azzardo, dagli studenti un nuovo regolamento
«Teniamo tanto a questo regolamento perché rappresenta il nostro futuro; speriamo che venga preso in considerazione altrimenti ci faremo sentire». Non usa mezzi termini Stefania, tra i quaranta studenti dell’istituto secondario superiore “Giulio Cesare” di Bari che hanno lavorato al regolamento per la “Prevenzione e contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito”.
Il testo, con il relativo logo, è stato presentato ieri a Bari e consegnato all’assessore alle Politiche giovanili della città, Paola Romano, per essere discusso e approvato dal consiglio comunale. «Approveremo questo regolamento», ha assicurato Romano, che ha rilanciato: «Bisogna continuare a parlare dell’azzardo portando questa esperienza nelle scuole della città». La proposta di regolamento è frutto del progetto “Legalità è cultura”, promosso dalla Fondazione “Antonino Scopelliti” e avviato lo scorso giugno con la collaborazione della Fondazione antiusura “San Nicola e santi Medici” di Bari e il Cartello “Insieme contro l’azzardo”. Il regolamento recepisce i principali contenuti della legge regionale 43 del 2013 che, tra l’altro, vieta l’autorizzazione all’esercizio per il gioco d’azzardo in locali che distino meno di 500 metri da scuole, chiese, centri sociali e giovanili.
Gli studenti del “Giulio Cesare” rilanciano, proponendo che il divieto venga esteso a «sale dedicate o apparecchi installati nel raggio di 100 metri di distanza da sportelli bancari, postali o bancomat, da agenzie di prestiti, di pegno» o da attività che prevedano l’acquisto di oggetti preziosi. Il testo, inoltre, vieta per l’amministrazione comunale la possibilità di locare o concedere immobili a chi vuole esercitare il gioco d’azzardo e prevede la possibilità di ridurre la tassa dei rifiuti per chi disinstallerà gli apparecchi da gioco. Il lavoro si inserisce in un contesto cittadino in cui nel 2015 sono stati presi in carico dalla Asl 195 persone affette da Gap (gioco d’azzardo patologico) con un aumento del 95% rispetto al 2012. Gli studenti, inoltre, hanno somministrato a 300 frequentanti gli istituti superiori della città un questionario.
È emerso che la maggioranza dei maschi gioca d’azzardo almeno tre volte a settimana. «Quasi tutti gli intervistati – si legge nel rapporto diffuso ieri – presentano una situazione familiare nella quale si gioca d’azzardo con una frequenza importante ». «I Comuni escano dal peccato di omissione perché in tanti su questo fenomeno nicchiano», ha detto monsignor Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura 'Giovanni Paolo II'. «Non chiamatelo gioco, è solo azzardo », ha aggiunto. «Preparate un testo anche per noi parlamentari », ha esortato la deputata Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione “Antonino Scopelliti”». «Questa bozza – ha concluso Attilio Simeone, responsabile del Cartello “Insieme contro l’azzardo” e coordinatore del progetto – deve diventare delle istituzioni e della società civile altrimenti il lavoro fatto sarà inutile».