Coronavirus. Fase 2 e azzardo, cosa riparte e cosa (ancora) no
Da oggi 27 aprile ricomincia l'azzardo, ma solo in tabaccheria. Dove già si vedono le prime file. Ancora chiuse, invece, almeno fino al 18 maggio, le sale slot e vlt, sale scommesse e bingo. Mentre resteranno spente sicuramente fino a giugno le centinaia di migliaia di slot che si trovano nei bar e in altri esercizi commerciali. È quanto emerge dal decreto sulla Fase 2 e dalle spiegazioni del premier Conte. Nella bozza del Dpcm al punto "i" si legge, infatti, che "sono sospese...sale giochi, sale scommesse e sale bingo".
Una sospensione che vale fino al 18 maggio, ma molto dipenderà dall'andamento dell'epidemia e dalle indicazioni delle autorità sanitarie. Anche perchè in queste sale risulta molto difficile garantire le distanze e una permanenza breve delle persone. Stesso motivo per il quale resteranno spente le slot nei bar che riapriranno solo per le consumazioni da asporto. Oltretutto in questi esercizi commerciali le "macchinette" sono vicinissime tra loro e i tempi di "gioco" lunghi. Inoltre molto spesso gli apparecchi sono accanto al bancone e ai tavolini. Prevedere il blocco è dunque una scelta di opportuna prudenza. E fa doppiamente bene alla salute visto che proprio le slot sono le modalità di azzardo a maggior rischio di dipendenza.
Proprio per questo è abbastanza incomprensibile come mai sia stata autorizzata la riaccensione dall'11 maggio delle slot nelle tabaccherie. Non sono tantissime, circa 60mila su un totale di 350mila, e per rispettare le distanze probabilmente ne saranne riaccese la metà, ma come saranno calcolati i tempi di permanenza nelle tabaccherie che quasi sempre sono in ambienti piccoli? E dove, comunque, da oggi è prevista la ripresa della raccolta dei giochi numerici “10&Lotto”, “Millionday”, “Winforlife” e “Winforlife Vincicasa” le cui estrazioni avvengono da remoto. Dal 4 maggio riprenderà la raccolta di “SuperEnalotto”, “SuperStar”, “SiVinceTutto SuperEnalotto”, “Eurojackpot”, “Lotto tradizionale” e delle scommesse. Mantenendo in ogni caso l’obbligo di spegnimento dei monitor e dei televisor per evitare la permanenza dei "giocatori" delle tabaccherie. Che però potranno restare (quanto?) a pigiare sui tasti delle slot.
Si rimette, dunque, in movimento il grande affare, più di 110 miliardi di euro raccolti lo scorso anno, con più del 10% che finisce nelle casse dello Stato, che era stato sospeso prima dal decreto del Presidente del Consiglio dell'8 marzo, e poi dalle determinazioni del direttore dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 12, 21 e 30 marzo. Erano restati solo i Gratta&Vinci e parte dell'azzardo online, quest'ultimo molto ridotto per il blocco di quasi tutte le attività sportive. Ma da oggi si riprende, prima di tante altre attività.
Non a Bergamo, città particolarmente colpita dall'epidemia e dove l'amministrazione comunale è sempre stata in prima linea nella severa regolametazione dell'azzardo. Così il sindaco Giorgio Gori (centrosinistra) ha annunciato di aver rinnovato l’ordinanza che su tutto il territorio comunale aveva vietato tutto l'azzardo, compreso i Gratta&Vinci. "Lo Stato ha autorizzato la ripresa del gioco d’azzardo nelle tabaccherie: ma a Bergamo resta il divieto, per il momento. Finchè rimarrà l'emergenza sanitaria. Penso che la cosa da non fare sia favorire assembramenti e code davanti alle tabaccherie di persone che vanno a comprare il Gratta&Vinci o che vogliono giocare alle slot machine". Che già si sono viste fin dal primo giorno di riapertura dell'azzardo.