Regione. Chiesa e politici: «In Piemonte restino i limiti all'azzardo»
È un duro braccio di ferro quello che si svolge in Piemonte sul futuro della legge sul gioco d’azzardo. Da un lato, il centrodestra vorrebbe cambiare e in parte attenuare gli attuali vincoli imposti dal 2016; dall’altro, il resto delle forze politiche è nettamente contro ogni cambiamento. Una posizione, quest’ultima, sostenuta anche dalla società civile e della Chiesa. Intanto, sembrano incrinarsi anche le relazioni tra le forze stesse della maggioranza che sta governando la Regione. A scatenare tutto l’arrivo, in aula del Consiglio regionale, di una proposta di legge della Lega accompagnata da circa 65mila emendamenti. La nuova legge, se approvata, allenterà gli attuali vincoli che impediscono la collocazione delle slot machines nei pressi di luoghi sensibili come le scuole e gli ospedali. Vincoli, tra l’altro, i cui termini di adeguamento stanno per scadere. In ballo c’è anche la retroattività delle norme.
Le regole attuali hanno però già ridotto la ludopatia in Piemonte. Lo dicono gli Ordini dei medici e degli psicologi che spiegano come la legge in vigore nel 2017-2019, abbia portato a «una riduzione del 20% di persone colpite da ludopatia». Certo, occorre un «modello sanitario in grado di intercettare precocemente e gestire i disagi e i disturbi psicofisici legati alla pandemia» ma, spiegano i medici, «slot machine e videolottery sono fonte di un rischio elevatissimo di sviluppare dipendenza patologica». Secondo il Pd, inoltre, «in 4 anni le slot in Piemonte sono passate da 26mila a 13mila, il volume giocato è sceso di oltre 500 milioni e si è ridimensionato significativamente il numero di chi è caduto nella dipendenza». Caritas, Pastorale della Salute e Pastorale Sociale e del Lavoro, in una nota diffusa ieri hanno rinnovato poi la «richiesta di mantenere ed accrescere un insieme di attenzioni educative e di sviluppo, garantito da un buon modello legislativo». Per la Chiesa piemontese, l’obiettivo deve restare quello di «promuovere forme alternative di lavoro che possano assorbire gli operatori del comparto convertendone gli obiettivi economici senza metterli in contrasto con quelli etici e sociali».
Ed è proprio sul lavoro che ci si scontra. «Io rispetto le idee di tutti, ma credo che in primis il lavoro di migliaia di persone debba far riflettere ciascuno di noi» si difende il leghista Claudio Leone, primo firmatario della proposta di legge. Contro i propositi del Carroccio si schierano le organizzazioni dei lavoratori del comparto di Cgil, Cisl e Uil: «Condividiamo i principi sanciti dalla legge in vigore. È necessaria però una presa in carico da parte del legislatore e della politica per le ricadute occupazionali. Buona occupazione, legalità e tutela della salute pubblica possono correre insieme di pari passo». Proprio il punto di vista economico è però la motivazione di chi vorrebbe cambiare le regole. In una nota la Lega dice che occorre «garantire la sopravvivenza economica di 5.200 addetti, oltre che sanare l’abominio giuridico di una retroattività che ha colpito migliaia di aziende gettando sul lastrico non meno di 1.700 famiglie ». Posizione che non convince il Movimento 5 Stelle che ha depositato 3mila emendamenti per «bloccare la controriforma dell’azzardo di Cirio e della Lega». Mentre il Pd – che con sindaci, sindacati, varie associazioni da Libera al Movimento dei focolari e Acli si è ritrovato davanti alla Regione per una manifestazione – , spiega che le regole attuali «vanno tutelate» e che non si risponde alla pandemia riproponendo le slot machines. Mentre scoppia in aula la bagarre degli emendamenti, emergono pure le crepe nella maggioranza. Forza Italia con una nota ufficiale ha sottolineato che «in questo momento difficile le nostre priorità sono i vaccini, il lavoro e le riapertura, non il gioco d’azzardo», mentre dalla stessa giunta arrivano i distinguo. Andrea Tronzano, assessore alle Attività produttive della giunta Cirio, precisa che le slot machines non si avvicineranno ai luoghi sensibili e che la retroattività della legge potrà saltare.