Cantieri. Autostrada chiusa per lavori La Liguria spezzata in due
Sedici giorni di chiusura del tratto urbano dell’autostrada A10, quello che congiunge Genova a Savona, alla riviera di Ponente e alla Francia. Come se crollasse di nuovo il ponte Morandi, per dirla in termini logistici. L’ultima doccia gelata è arrivata lunedì al termine del tavolo che riunisce Regione, Autostrade e ministero dei Trasporti: tregua dai cantieri su tutta la rete fino ai primi di agosto, ma poi per due settimane consecutive, dal 6 al 23 agosto, la Liguria sarà tagliata in due (per fortuna solo in direzione Ventimiglia) per poter ultimare i lavori nelle gallerie del tratto Aeroporto-Pra’.
Lavori non più prorogabili, perché oltre quel termine scatterebbe comunque la chiusura automatica in assenza dei requisiti minimi di sicurezza. Genova, la città del ponte progettato da Renzo Piano erealizzato in tempi record, rischia ancora la paralisi. Come l’estate scorsa. Uno scenario che ha messo subito in allarme tutto il mondo economico che ruota intorno al porto. «L’impatto sarà devastante, soprattutto fino a ferragosto, perché questo per le merci è ancora un periodo di alta stagione – spiegano le associazioni dell’autotrasporto –. Come al solito nessuno ci ha coinvolti nella decisione».
Quel tratto di autostrada serve non solo a chi viaggia verso la Francia, ma anche ai camion che fanno la spola tra i bacini portuali di Pra’ e Sampierdarena per scambiare i container vuoti con quelli pieni: l’unica alternativa sarà percorrere la viabilità urbana, già al limite del collasso. Gli agenti marittimi hanno paventato addirittura un blocco delle merci sul porto di Genova per tutto il mese di agosto, visto che all’interruzione della A10 si aggiungerà un ulteriore problema: a causa di interventi di manutenzione sul principale scalo ferroviario, proprio nello stesso periodo, i container non potranno lasciare le banchine nemmeno in treno. E così molte compagnie marittime stanno consigliando ai propri clienti di evitare Genova in favore di altri scali marittimi per evitare problemi sulle consegne. Se ne accorgeranno anche i turisti, seppur indirettamente.
In parte perché il traffico derivante dai traghetti finirà per sommarsi a quello dei camion, ma anche perché chi arriverà da Nord diretto a Ponente avrà a disposizione solo la A26 per aggirare la chiusura. «Ora che lo scalo genovese stava registrando numeri di ripresa su maggio – commenta l’assessore genovese ai porti Francesco Maresca – la chiusura della A10 penalizzerebbe in modo irrimediabile. I nostri operatori e l’immagine stessa del primo scalo italiano che di fatto diventerebbe inaccessibile. Senza contare poi gli effetti sulla mobilità cittadina con 600 mila passeggeri dei traghetti imbottigliati per le strade di Genova nell’esodo di agosto». «Un’ipotesi preoccupante – interviene il presidente della Regione, Giovanni Toti –. Genova e la Liguria non possono continuare ad essere ostaggio dei cantieri, con gravissime ripercussioni sulla nostra economia.
È indispensabile che nell’incontro tra Autostrade per l’Italia e Comune di Genova, che abbiamo chiesto con forza pur non avendo alcuna competenza diretta sul tema delle concessioni autostradali e degli interventi di messa in sicurezza, il ministero dia delle risposte, e che vengano individuate soluzioni migliorative che riducano il forte impatto di questo cantiere sul traffico di Genova, che rischia di paralizzare il porto e l’intera regione».
L’incontro si terrà domani. Il Comune di Genova, insieme al mondo delle imprese, chiederà di lavorare solo di notte in modo da limitare i disagi. Soluzione che difficilmente si potrà applicare perché non ci sarebbe abbastanza tempo per rispettare la scadenza. «Si tratta purtroppo di un cantiere che Aspi e il ministero valutano non procrastinabile – riconosce lo stesso Toti –. I referenti della concessionaria hanno spiegato che, in base a quanto stabilito dal ministero, alcuni difetti delle gallerie in quel tratto devono essere risolte entro il 26 agosto ». E non è finita, perché a settembre è prevista una nuova infornata di cantieri e disagi. Sarà così almeno per i prossimi cinque anni.