Attualità

Il sindaco di Palermo, Orlando. «Atto istituzionale, non disobbedienza»

Alessandra Turrisi giovedì 3 gennaio 2019

Palermo «Non si tratta di un atto di disobbedienza civile e neppure di obiezione di coscienza, ma di un atto istituzionale. È la semplice applicazione dei diritti costituzionali che sono garantiti a tutti coloro che vivono nel nostro Paese. Il decreto sicurezza è un provvedimento disumano e criminogeno che, avendo abolito la protezione umanitaria, arriva anche a vietare la residenza anagrafica ». Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, spiega con orgoglio i contenuti di una nota inviata al capo area dell’Anagrafe e dei servizi al cittadino, in cui chiede di svolgere una approfondita analisi dei profili giuridici che derivano dalla recente normativa nazionale conosciuta come decreto sicurezza e, nelle more di questi accertamenti, dispone di sospendere, «per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica».

Sindaco, lei fa propri alcuni dei dubbi espressi nelle ultime settimane circa la costituzionalità del provvedimento anche da parte dei vescovi. Cosa provocherebbe la mancata iscrizione all’anagrafe dei migranti? Innanzitutto determinerebbe l’impossibilità di accesso a servizi fondamentali e garantiti quali ad esempio la libertà di movimento, il diritto alla salute e alle cure tramite il Servizio sanitario e l’inviolabilità del domicilio. Siamo davanti ad un provvedimento criminogeno: ci sono decine di migliaia di persone che oggi risiedono legalmente in Italia, pagano le tasse, versano contributi all’Inps e fra qualche settimana o mese saranno 'senza documenti' e quindi illegali. Questo significa incentivare la criminalità, non combatterla o prevenirla. Qui siamo di fronte a un problema non solo ideologico ma giuridico. Non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge.

Teme un aumento della criminalità e dell’insicurezza? Parlo di provvedimento criminogeno perché trasforma in 'illegale' la posizione 'legale' di chi ha regolarmente un permesso di soggiorno. Un permesso che viene ottenuto per ragioni umanitarie e che alla scadenza non può essere riconfermato perché non c’è più la protezione umanitaria. Un permesso che viene dato per effetto di un contratto di lavoro e che viene meno appena scade, senza i sei mesi necessari per potere trovare nuovo lavoro. I minori stranieri non accompagnati, non appena raggiungono la maggiore età, non hanno più né protezione umanitaria né permesso di soggiorno. Come si può pensare che una situazione simile generi sicurezza? Ma dico di più: quando si dispone la perdita della cittadinanza per gravissimi reati, cosa significa? Che si diventa apolidi in carcere? E la funzione rieducativa della pena dove va a finire?.

Come pensa di far fronte ai casi di migranti che si ritroveranno ben presto al di fuori del sistema di accoglienza? La fuoriuscita dai centri e la mancanza di residenza genereranno gravi problemi di sopravvivenza, ma anche il difficile eventuale raggiungimento di parenti e familiari in altri luoghi d’Italia. Stiamo predisponendo un’assistenza abitativa di emergenza, anche in accordo con l’arcivescovo Corrado Lorefice, perché queste persone non si ritrovino in strada.