Coronavirus. Attività bloccate al Dynamo Camp, terapia ricreativa via web
Un momento di attività al Dynamo Camp
L’epidemia di coronavirus ha bloccato tutte le attività al campo di Limestre (Pistoia), ma non la voglia di stare accanto e dare forza ai bambini con malattie croniche e disabilità. Oggi più che mai, quando le scuole sono chiuse e le occasioni di socialità ridotte praticamente a zero. E così anche Dynamo Camp, mentre si trova ad affrontare un momento di difficoltà nella raccolta fondi con gli eventi annullati, sta ripensando sé stesso in chiave digitale.
«Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare non solo alla formazione sul campo dei nostri volontari, ma soprattutto ai programmi svolti negli ospedali, ai weekend con le famiglie e alla sessione che avevamo in programma per il periodo delle vacanze pasquali con i ragazzi al camp», spiega Maria Serena Porcari, amministratore delegato di Dynamo Camp, associazione che offre gratuitamente programmi di terapia ricreativa a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, affetti da patologie gravi o croniche, alle loro famiglie e ai fratelli e sorelle. «Non solo abbiamo voluto attenerci subito alle indicazioni delle autorità sanitarie, ma occupandoci noi di bambini con malattie croniche, disabilità o in remissione dopo patologie oncologiche non potevamo far correre loro il minimo rischio», continua Porcari. «E però abbiamo pensato che lasciarli da soli sarebbe stato un doppio peccato e dunque stiamo pensando di trasferire quanto più possibile sul web la terapia ricreativa che applichiamo al camp per sostenere i ragazzi».
Certo, non sarà possibile, come invece accade a Limestre, permettere ai bambini di fare equitazione o arrampicare sulla parete artificiale o ancora tirare con l’arco. «Ma stiamo preparando dirette con la nostra Radio Dynamo, laboratori artistici via Facebook e una formazione mirata che sarà disponibile per tutti i ragazzi. Per gli adulti, con la nostra Academy proporremo webinar e interventi online sui temi della responsabilità sociale e il non profit», dice ancora Maria Serena Porcari.
Nel frattempo, anche Dynamo Camp si trova a dover fare i conti con il blocco di tutti gli eventi pubblici di raccolta fondi. Per comprendere la portata di questa difficoltà basti pensare che lo scorso anno Dynamo Camp era stata l’associazione maggiormente beneficiata dai personal fundraiser che avevano corso la staffetta alla Maratona di Milano, raccogliendo solo in quell’occasione oltre 140mila euro per il sostegno alle attività del camp. «La stima per il momento è di mancati introiti per circa mezzo milione di euro – calcola Maria Serena Porcari –. E per farvi fronte dovremo coinvolgere ancora di più imprese e fondazioni. Sono sicura, però, che da questo mondo non mancherà un sostegno concreto».