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Congo. L'autopsia: Attanasio e Iacovacci «falciati nel conflitto a fuoco»

Redazione Internet e Vincenzo R. Spagnolo mercoledì 24 febbraio 2021

Il feretro di Luca Attanasio all'arrivo a Ciampino

Un minuto di silenzio e un lungo applauso in memoria dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in Congo, ha preceduto questa mattina l'inizio dell'intervento del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Senato e alla Camera.

"Al Programma alimentare mondiale e all'Onu abbiamo chiesto formalmente l'apertura di un'inchiesta che chiarisca l'accaduto, le motivazioni alla base del dispositivo di sicurezza utilizzato e in capo a chi fossero le responsabilità di queste decisioni. Abbiamo anche spiegato che ci aspettiamo, nel minor tempo possibile, risposte chiare ed esaustive" ha affermato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio riferendo in Parlamento sull'uccisione degli italiani Luca Attanasio, ambasciatore in Congo, e di Vincenzo Iacovacci, carabiniere della sua scorta. Con loro è morto anche l'autista Mustapha Milambo.

"È stato straziante accogliere, a fianco del presidente Draghi e dei familiari, le salme dei nostri due connazionali, vittime del vile agguato che ha stroncato le loro giovani vite e sconvolto quelle dei loro cari". "Nei nostri cuori abitano, allo stesso tempo, un dolore attonito e un orgoglio profondo per questi uomini che hanno sacrificato la loro esistenza al servizio dell'Italia, della pace, dell'assistenza ai più deboli. Il loro sacrificio illumina la vita dei molti, diplomatici e militari, che silenziosamente compiono il proprio dovere per difendere l'Italia e i nostri valori, in Paesi lontani e a rischio. È un sacrificio che il Paese onorerà con funerali di Stato. Tutti noi dobbiamo onorare questi nostri eroi stringendoci attorno alle loro famiglie", ha aggiunto Di Maio.

Rai1 trasmetterà giovedì 25 febbraio dalle ore 9.20 alle 11- a cura del Tg1 con la conduzione di Filippo Gaudenzi - i funerali di Stato dell'Ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, che si terranno a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Celebrerà il cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis.

Sarà l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini a celebrare, sabato 27 febbraio alle 10, al centro sportivo di Limbiate (via Tolstoj), i funerali dell'ambrosiano Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, ucciso lunedì scorso. Venerdì 26 la camera ardente in Comune, sempre a Limbiate, dove è nato Attanasio e dove vivono ancora i suoi genitori.

Il ministro degli Esteri Di Maio riferisce in Parlamento - Reuters

Il capo della Farnesina ha fornito al Parlamento tutte le informazioni al momento disponibili sulla morte del diplomatico e del carabiniere, ricordando che "già sessant'anni fa, l'Italia pagò un tributo pesantissimo alla ricerca della pace, con l'efferato eccidio di Kindu in cui furono trucidati 13 nostri aviatori nell'ambito della missione delle Nazioni Unite" ha rimarcato Di Maio come già prima del sacrificio dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, il nostro Paese sia stato colpito "nella storia antica di violenza e instabilità" della regione della Repubblica democratica del Congo.

"Ai nostri caduti dobbiamo prima di tutto la verità. Ma il miglior modo di onorare la memoria dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci è anche continuare a rafforzare la nostra attenzione politica nei confronti del continente africano, nella quale Luca credeva fortemente, con passione e dedizione", ha sostenuto Di Maio. "All'Africa - ha ricordato - aveva dedicato gran parte della sua carriera diplomatica e anche il suo personale impegno a sostegno dei più deboli, con le attività di volontariato promosse attraverso l'Ong Mama Sofia fondata proprio a Kinshasa dalla moglie Zakia".

"La Farnesina, a livello interno, nell'ambito delle costanti attività di prevenzione e mitigazione del rischio per il personale diplomatico-consolare all'estero, classifica la Repubblica Democratica del Congo in terza fascia di rischio (su 4). Ciò denota un livello di minaccia alto", ha spiegato Di Maio. "La sicurezza dell'Ambasciata a Kinshasa - ha affermato - è assicurata da due carabinieri in missione quadriennale, ai quali si aggiungono due carabinieri in missione di tutela che si alternano regolarmente per periodi di 180 giorni. Il carabiniere Vittorio Iacovacci rientrava in questa seconda tipologia e per questo aveva accompagnato l'ambasciatore nella missione Onu a Goma e aveva con sé la pistola di ordinanza".

Mentre il ministero degli Esteri ha chiesto l’inizio di un’inchiesta ONU per chiarire su quali basi la strada su cui è avvenuto l’attacco fosse ritenuta sicura dall’Onu va ricordato che la Procura di Roma ha aperto un’indagine per chiarire l’accaduto il giorno stesso dell'assalto al convoglio. I Carabinieri del Ros sono impegnati già nelle investigazioni in Congo.

L'autopsia: non un'esecuzione ma un conflitto a fuoco

I corpi delle due vittime sono stati sottoposti ad autopsia al Policlinico Gemelli di Roma. In base a quanto emerge, l'ambasciatore Luca Attanasio è stato raggiunto da colpi all'addome e l'esame ha individuato sia il foro di entrata che quello di uscita. Non sono stati individuati residui metallici. Per quanto riguarda il carabiniere Vittorio Iacovacci è stato colpito nella zona del fianco e, poi, alla base del collo dove è stato individuato un proiettile di un AK47, un Kalasnikov. Il corpo del carabiniere presenta multifratture all'avambraccio sinistro. Questo fa ipotizzare che il proiettile fermatosi al collo abbia colpito prima l'arto fratturato. La Procura ha disposto esami balistici.

Entrambe le vittime sono state colpite da due proiettili nel corso non di una esecuzione, dunque, ma di un conflitto a fuoco. L'inchiesta dovrà appurare chi abbia sparato i colpi fatali: i Kalasnikov sono fucili d’assalto usato da terroristi e criminali ma in dotazione – almeno a giudicare da alcune foto circolate sul web – anche ai rangers del parco del Virunga. Un episodio di "fuoco amico"? Non sarà semplice stabilirlo, ma gli investigatori del Ros inviati in Congo stanno raccogliendo verbali di testimonianze e informazioni sulle armi usate da rangers e aggressori, sulla scena dell’agguato e sui bossoli esplosi che potrebbero tornare utili ai pm di Roma per accertare le responsabilità nell’uccisione.

Una zona insanguinata

Il governo congolese ha deciso che «tutti i diplomatici» dovranno segnalare alle autorità «qualsiasi spostamento all’interno del Paese». Le condizioni di sicurezza nella provincia del Nord Kivu restano critiche: ieri ci sono state almeno 13 vittime in un duplice attacco a Beni, attribuito dalle autorità ai ribelli delle Afd, gruppo armato ugandese integralista. Eppure il convoglio su cui si trovava l’ambasciatore non aveva una scorta adeguata. Perché? Secondo un rapporto dell’Intelligence fusion (società privata di sicurezza britannica), visionato da Avvenire, in quell’area «la minaccia di rapimenti è ancora significativa». In Congo si contano 5 milioni di sfollati interni, 2 nel Nord Kivu. E l’anno scorso, nelle province orientali, 2mila civili sono stati uccisi in scontri armati. «Al Pam e all’Onu abbiamo chiesto l’apertura di un’inchiesta che chiarisca l’accaduto, le motivazioni alla base del dispositivo di sicurezza e in capo a chi fossero le responsabilità di queste decisioni – ha detto Di Maio –. Ci aspettiamo, nel minor tempo possibile, risposte chiare ed esaustive». Il convoglio è stato attaccato alle 10:15 all’altezza del villaggio di Kanya Mahoro, nei pressi della località «Tre Antenne». I sei aggressori, con ostacoli sulla strada, hanno costretto i mezzi a fermarsi, sparando colpi d’arma leggera in aria. Gli spari hanno allertato «i soldati delle Forze armate congolesi e i ranger del parco Virunga che, trovandosi a meno di un chilometro di distanza» sono accorsi. Secondo la ricostruzione del governatore locale, gli assalitori hanno ucciso l’autista del Pam Mustapha Milambo e avrebbero poi condotto gli altri ostaggi nella foresta. Di Maio ha riportato la dinamica ricostruita del ministero dell’Interno congolese: quando una «pattuglia di Ranger ha intimato agli assalitori di abbassare le armi» questi ultimi «avrebbero aperto il fuoco contro il militare dell’Arma dei Carabinieri, uccidendolo, e contro l’ambasciatore», ferito gravemente e poi deceduto in ospedale. Ma queste informazioni, avverte il titolare della Farnesina, «andranno naturalmente verificate dalle indagini della Procura».