Attualità

Il giuramento. Gli atleti paralimpici entrano in Polizia

Vincenzo R. Spagnolo martedì 11 luglio 2023

I 13 atleti paralimpici dopo il giuramento in Polizia

«Gridare "lo giuro" tutti insieme è stato molto bello. È un'emozione fortissima sapere di essere parte di questa grande famiglia...». Parola di Bebe Vio, pluricampionessa di scherma, che ha appena prestato giuramento insieme ad altri 12 campioni di varie discipline per far parte della Polizia di Stato, davanti al presidente del comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, e al capo della polizia, Vittorio Pisani. In tutto sono 13 (sette uomini e sei donne), che entrano nella neo-costituita (dentro la pianta organica della Polizia di Stato) sezione paralimpica delle Fiamme Oro.

Vittorio Pisani e Luca Pancalli - Courtesy of Polizia di Stato

E se Bebe Vio (classe 1997, tre ori nel fioretto fra paralimpiadi e coppa del mondo) è la star mediatica, perché più conosciuta dal grande pubblico, il resto della squadra (Vincenza Petrilli, Jacopo Luchini, René De Silvestro, Monica Boggioni, Carlotta Gilli, Giulia Ghiretti, Antonio Fantin, Stefano Raimondi, Simone Barlaam, Andreea Mogos, Edoardo Giordan ed Emanuele Lambertini) vanta un medagliere ricchissimo. «Luca Pancalli ha voluto a tutti i costi questa cosa e noi siamo i primi a far parte di questo mondo - dice ancora la Bebe nazionale -. Non è solo un cambiamento nelle nostre vite, che siamo trattati come atleti olimpici, ma un cambiamento a livello sociale e culturale».

Il momento del giuramento degli atleti - Courtesy of Polizia di Stato

Storie di rinascita grazie allo sport

I tredici atleti entrano a far parte a tempo indeterminato, come agenti tecnici, nei ruoli tecnico-scientifici della Polizia. Le loro storie personali testimoniano, oltre al valore sportivo, una straordinaria forza di volontà e una tenacia fuori dal comune. C'è la calabrese Vincenza, 33 anni il prossimo agosto: sette anni fa ha perso la funzionalità delle gambe dopo un terribile incidente stradale, ma si è fatta coraggio e ha trovato nel tiro con l'arco la molla per affrontare le sfide della vita, portando a casa finora per i colori azzurri un argento alle Paralimpiadi di Tokyo e una doppietta d'oro lo scorso anno ai mondiali di Dubai e agli Europei di Nottingham. Ci sono nuotatori eccellenti, come Simone, Stefano o Carlotta, che hanno risposto con l'impegno in vasca al destino delle malattie congenite riscontrate dai medici quando erano bambini. O come lo schermidore Edoardo, romano classe 1993, che a vent'anni ha subito, a causa di una malattia erroneamente diagnosticata, l’amputazione della gamba destra. Ma non ha mollato. E siccome era appassionato di sport (per nove anni ha praticato nuoto e per altri sei ha giocato a calcio), anche dopo l’amputazione, con forza e determinazione si è dedicato alla scherma, specialità spada e sciabola, conquistando un oro di squadra agli Europei di Varsavia e un altro individuale in coppa del mondo a Nimes, oltre a due bronzi. O ancora come Andreaa Ionela, 35enne nata in Romania, appassionatasi al fioretto dopo un grave incidente che le ha compromesso l'uso degli arti inferiori e vincitrice sinora di tre argenti e due bronzi.

Bebe Vio, neo poliziotta - Courtesy of Polizia di Stato

Pisani: esempi di coraggio e di forza d'animo

Si tratta di persone vere, osserva il prefetto Pisani, «che possono insegnarci tanto». La presenza degli atleti paralimpici in Polizia, è sua convinzione, «sarà d'esempio per tutti». Voi, ha detto rivolto ai tredici atleti, «ci darete la forza di fare sempre qualcosa di più», perché siete un «esempio di coraggio e forza d'animo». Concorda Luca Pancalli, che non vede il mondo dello sport paralimpico come un «contenitore di medaglie», ma come qualcosa di importante per la crescita culturale della società italiana: «Vogliamo essere un pezzo delle politiche pubbliche del Paese», considera il numero uno del Cip. Il giuramento di oggi, ritiene ancora Pancalli, è un «risultato storico per l'Italia e non solo per gli atleti, è un tassello a quella silenziosa rivoluzione culturale che il comitato paralimpico sta portando avanti da anni». E di questo, conclude, «sono orgoglioso».