Aiuti ai cav. Fondi Nasko, «assurdi i tagli su base etnica»
Troppi bambini sottratti all’aborto e lasciati vivere: questa la prima delle 'colpe' attribuite al Cav della clinica Mangiagalli di Milano, per cui la Regione Lombardia lamenta troppe spese, minacciando di tagliare i fondi Nasko (quei 250 euro al mese per 18 mesi, sufficienti però a far cambiare idea a migliaia di mamme che stavano per abortire a causa della povertà). Seconda 'colpa': il 75% dei fondi Nasko hanno salvato bambini stranieri, il gioco non vale la candela. «Io pongo solo una domanda e voglio che mi si dia una risposta ufficiale: nella terra di Ambrogio, la terra dell’accoglienza, ci possiamo permettere di discriminare in base alla cittadinanza? La questione etica è fondamentale: prendo atto che c’è una crisi e che dobbiamo scegliere chi salvare, ma la discriminante può essere etnica? Se sì, diciamolo apertamente, senza ipocrisie». Matilde Leonardi, neurologa e scienziata del Besta, è membro del Comitato scientifico del Cav Mangiagalli e fa parte dell’Accademia Pontificia della Vita. Lei dunque sposta il dibattito su un piano nuovo. Io qui non discuto di aborto, dico questo: la legge 194 sancisce il diritto di essere tutelate nella maternità, se la Lombardia è una Regione di diritto dobbiamo riconoscere questo diritto inalienabile alle donne. Invece vengono posti criteri di inclusione ed esclusione, proponendo che si aiutino solo le donne che abbiano la residenza da almeno 5 anni. Se non ci possiamo più permettere il diritto all’accoglienza in Lombardia ok, ma attenti alle conseguenze, se passa questa discriminante passa su tutto? Io non dovrò più accogliere in ospedale uno straniero? «Ci dispiace, non ci sono più soldi, possiamo curare solo chi ha 5 anni di cittadinanza »... È una questione etica enorme, eppure è sottaciuta. Io, anche da medico, voglio risposte chiare. Come si dovrebbe procedere, invece, vista l’oggettiva mancanza di risorse? Io rispetterei la scelta di tutelare le mamme finché ci sono fondi e smettere quando non ce ne sono più. Abbiamo soldi per aiutare cento madri? Bene, ma senza guardare se sono bianche o nere. L’accusa mossa al Cav è di avere scelto la mamma albanese o nigeriana insieme alla milanese, ma a noi non interessa nulla: se una donna arriva al Cav e la richiesta è di un aiuto per tenere il bambino lo fai e basta, salvi quel bambino chiunque sia. I soldi finiscono? Salvi i primi cento, non i primi lombardi. Perché si parla sempre di tagliare i fondi per la vita e non per la morte? Bella domanda: io non chiedo che i Cav ricevano più risorse, io chiedo per quale misterioso motivo la Regione continui a garantire il diritto all’aborto e tagli solo quello alla vita. Per l’aborto la crisi non c’è? Provo a fare il ragionamento di Maroni ma in senso inverso: ogni aborto costa parecchio alla sanità, quindi d’ora in poi faremo abortire solo le donne che hanno almeno 5 anni di residenza. Non sarebbe logico? Non è positivo che al Cav della Mangiagalli tanti aborti siano evitati? L’ho sempre visto come un successo... oggi è diventata un’accusa. Ma non c’è nulla di strano se tante madri si rivolgono al nostro Cav: la Mangiagalli è tra le prime maternità in Europa, ha una ginecologia grandissima, ci nascono migliaia di bambini, è chiaro che ci andranno anche tante donne ad abortire.
Secondo la legge 194 vengono inviate prima al Cav, Centro aiuto alla Vita, per cercare di rimuovere le cause dell’aborto e la cosa impressionante è che bastano quei pochi soldi perché 6 su 10 scelgano di tenere il figlio. Se tutti i Cav funzionassero così, dei 112mila aborti fatti ogni anno in Italia, 65mila si salverebbero: questo è il vero dibattito da fare. Il Comitato europeo dei Diritti sociali ci bacchetta: troppi medici obiettori. Qual è il problema? Vuol dire che siamo un Paese libero. In Italia è possibile partorire senza dare le generalità e lasciare il figlio in ospedale, iniziamo a favorire queste forme di adozione. Ma soprattutto garantiamo i Nasko a tutte le 112mila madri come si fa alla Mangiagalli: sei su dieci, cioè 65mila donne, diranno «tengo il bambino » e allora gli obiettori non saranno un problema. Faccio un appello: tutti i paladini del diritto mi aiutino ad aiutare quelle donne, vedrete che i medici abortisti saranno anche troppi...