Attualità

Assisi. Mattarella: la pace non è utopia, ma un approdo da costruire

Redazione Romana sabato 14 dicembre 2019

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Assisi

La pace «non è un'utopia, ma un approdo verso cui tendere e operare, conoscendo le difficoltà che si frappongono, e sono grandi, ma con la consapevolezza che quello è l'approdo da costruire con convinzione, determinazione e grande consapevolezza e che per l'Italia è un punto di riferimento». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel breve discorso di ringraziamento dopo aver ricevuto nella Basilica Superiore di San Francesco, ad Assisi, la Lampada della pace 2019 e dove adesso sta assistendo al Concerto di Natale dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai. Il capo dello Stato ha sottolineato che la pace «è anche un impegno per ciascuna persona nel proprio ambiente, un impegno per ciascuno Stato nella comunità internazionale, perché il sogno di Francesco e della comunità di questo convento non è utopia». C'è bisogno di pace nel mondo e la via, l'unica vera via da seguire, è il dialogo, «sono passati secoli perché si comprendesse che la strada per la pace è quella del dialogo, del conoscersi, e ancor più in un mondo sempre più interdipendente e dove le distanze sembrano venute meno», ha continuato Mattarella. Il presidente ha sottolineato che «ve n'è grande bisogno» di pace «in un periodo in cui si assiste a numerosi e gravi conflitti regionali, a contrasti crudeli e scontri a carattere etnico o per motivi pseudoreligiosi, in un periodo in cui rischiano di venire meno i limiti agli armamenti nucleari». C'è bisogno - ha aggiunto il capo dello Stato - di «grande impegno e grande educazione alla pace. Questa educazione ha un punto di partenza: insieme, conoscersi, rispettarsi, apprezzarsi, operare insieme per il comune progresso».

Mattarella inoltre ha ricordato che quest'anno ricorrono 800 anni dal viaggio di Francesco presso il sultano in Egitto, «non fu gesto visionario di un sognatore, ma un gesto profetico di chi ha compreso che quello è
l'approdo per costruire la pace».

Padre Gambetti: cerchiamo uomini umili e saggi per governare
«Noi cerchiamo uomini umili e saggi per governare, che non amino il protagonismo dei narcisisti, non facciano continuamente propaganda e si pongano in modo garbato. Cerchiamo persone salde in se stesse e non in virtù dei consensi, capaci di dialogo, di ponderazione e di creatività». Lo ha affermato il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, commentando stamani - nella cerimonia di consegna della Lampada della Pace al presidente della Repubblica, Sergio Matterella - il recente rapporto Censis dal quale emerge che «siamo un popolo in crisi, disaffezionato alla politica e alla ricerca di quello che, di volta in volta, può sembrare l’uomo forte del momento cui affidarsi». Padre Gambetti ha sottolineato «la guida luminosa e umile» del capo dello Stato che «ci consente di alimentare la fiducia e la speranza di vedere ancora un’Italia umana, di poterla costruire insieme». In Mattarella i frati di Assisi riconoscono «un presidio dei principi costituzionali e democratici dell’Italia, improntati al confronto e al dialogo con tutti. Siamo confortati - ha aggiunto - dal suo vigile impegno indirizzato a prevenire tutte le forme di odio, di sopruso e di egoismo che minacciano la sicurezza e la pacifica convivenza nel nostro Paese».

La consegna a Mattarella della Lampada della pace di San Francesco - copia autentica di quella che arde perennemente davanti alla tomba del Santo - è avvenuta nella Basilica superiore, prima della registrazione del Concerto di Natale che verrà trasmesso dalla Rai il 25 dicembre, subito dopo il messaggio Urbi et Orbi di Papa Francesco.

Il riconoscimento della Lampada della pace di San Francesco, nelle ultime edizioni, era stato assegnato al presidente delle Repubblica Colombiana, Juan Manuel Santos, «per lo sforzo tenuto nei processi di riconciliazione con le Farc», alla cancelliera tedesca, Angela Merkel che «nella sua Germania e in Europa, si è distinta nell'opera di conciliazione in favore della pacifica convivenza dei popoli» e al re di Giordania, Abdullah II, per «la sua azione e il suo impegno tesi a promuovere i diritti umani, l’armonia tra fedi diverse e l'accoglienza dei rifugiati».