Famiglia. Assegno-ponte per i figli, pagamenti a rilento
L’assegno temporaneo, la misura di transizione verso l’assegno unico per figlio, «sarà arrivato a tre persone. Il mio è in istruttoria dal 7 luglio e da consulente del lavoro posso assicurare che non c’è nessun parametro che non vada bene. Avessi dovuto dare da mangiare a mio figlio co st’assegno, patirebbe già da un po’». Questo è solo uno delle migliaia di messaggi, tra l’allarmato e lo sconfortato, che il Forum delle associazioni familiari sta ricevendo in questo periodo. Tutti segnalano «troppe criticità». Per questo il Forum chiede con urgenza alla ministra per la Famiglia Elena Bonetti di prorogare dal 30 settembre al 30 ottobre la scadenza per ricevere le mensilità retroattive da luglio a settembre.
Molti si rivolgono all’associazione delle famiglie chiedendo informazioni su come fare a ricevere l’assegno temporaneo per figlio minore, in attesa della partenza della nuova misura che partirà a gennaio. Segno che la campagna informativa non è decollata. Altri lamentano lungaggini burocratiche e assenza di motivazioni in caso di diniego. La misura "ponte", decisa lo scorso 8 giugno e per la prima volta destinata anche ad autonomi, professionisti e partite Iva, non ha certo avuto tempo per un test e per una serie di verifiche operative che sarebbero state utili. La partenza a luglio, poi, ha trovato (nonostante la pandemia) le famiglie in vacanza o comunque con la testa non focalizzata su nuove pratiche fiscali. E i servizi erano chiusi. Proprio gli intermediari - patronati, Caf e sindacati -, lamentano molti messaggi, non hanno saputo dare una risposta agli utenti, rimandandoli a gennaio. Insomma, va messa a punto l’organizzazione per farla funzionare meglio. Anche in vista dell’entrata in vigore della misura strutturale.
«Questo non è il tempo di fare polemiche - afferma il presidente del Forum Gianluigi De Palo - ma crediamo sia importante nel prossimo mese rinforzare la campagna di comunicazione già in atto e fare in modo che l’Inps sblocchi il prima possibile tutte le pratiche in istruttoria». Che sono una bella fetta della platea. Questo è uno dei capitoli più gettonati nei cahiers de doléances. «La nostra pratica è in istruttoria dal 1 luglio. Ormai non ci speriamo nemmeno più», lamenta un nucleo. Un altro è, invece alle prese con lo strano fenomeno per cui è stata pagata la sola rata di luglio. Poi niente. Un atteggiamento insostenibile per chi deve programmare un futuro anche molto prossimo: si pensi al peso sul borsello familiare dovuto alla riapertura delle scuole.
«Moltissimi hanno fatto domanda dal 1 luglio, siamo al 18 settembre ed è stata pagata solo la rata di luglio per pochi nuclei. Moltissimi con domande ancora in istruttoria. Sarebbe interessante sapere le intenzioni dell’Inps sui tempi di erogazione», scrive un genitore. Che per l’appunto ricorda come questi soldi sarebbero potuti servire per il ritorno in aula dei figli. «Ma ancora una volta il carrozzone burocratico italiano non ha deluso le nostre aspettative», conclude masticando amaro. Un intervento riporta uno stato d’animo diffuso e non certo fiducioso: «Molti pensano sia inutile fare la domanda perché tanto i soldi non arrivano. Una cosa normale possiamo vederla in questo Paese?», la domanda retorica.
Alcune famiglie, poi, lamentano poca informazione e anche sbagliata. «Sempre le cose made in Italy. Ho fatto richiesta degli assegni con partenza a luglio, per la nascita del secondo figlio, e dal sindacato mi hanno detto che probabilmente l’assegno partirà a gennaio». C’è chi punta ancora il riflettore sulla lentezza della burocrazia. «Oggi ho ricevuto la tanto attesa risposta dell’Inps alla domanda», inizia un messaggio. Che subito vira dalla speranza alla delusione: «E me l’hanno respinta senza allegarmi alcuna motivazione». Non manca chi si arma di ironia: «Ho scritto all’Inps e mi ha risposto che non conosce le tempistiche di pagamento... dell’Inps. Mi rivolgerò al macellaio».
La parola ora spetta proprio all’Istituto di previdenza. A partire dal numero delle domande ricevute, ancora non noto. Sino ad arrivare al dato delle effettive erogazioni, che va fatto emergere dalle nubi della burocrazia. L’assegno unico è stata considerata una «misura epocale» dal premier Mario Draghi, è il momento che intorno ad essa ci sia un’organizzazione, se non epocale, almeno sufficiente.