La proposta. Il «nuovo» assegno a 400mila figli. Il Forum: tre strade per migliorarlo
250mila famiglie hanno chiesto l'assegno per i figli
I numeri ufficiali saranno resi noti dall’Inps all’inizio della settimana prossima, quando i sistemi informatici dell’ente avranno calcolato con precisione le domande pervenute all’Inps entro il 30 luglio per l’assegno unico temporaneo, lo strumento-ponte valido sino a fine anno e che poi dovrà essere sostituito dal "vero" assegno unico e universale per figli. Tuttavia, una stima molto realistica è possibile farla: saranno almeno 400mila i figli che beneficeranno per la prima volta, attraverso i loro genitori, della misura varata dal governo Conte 2, incrociata in Parlamento con una proposta molto simile dei dem Graziano Delrio e Stefano Lepri, votata all’unanimità da tutti i gruppi parlamentari e infine messa a punto dall’esecutivo Draghi attraverso la continuità garantita, al ministero della Famiglia, da Elena Bonetti (Iv).
Poco oltre metà mese, all’Inps erano giunte oltre 250mila domande per un totale di più di 330mila minori coinvolti. E le prime erogazioni sono già partite sul conto corrente dei richiedenti. È stimabile che nell’ultima decade di luglio siano arrivate richieste proporzionali alla prima parte del mese, e quindi la stima dei 400mila figli è considerata realistica anche dal ministero dell’Economia, che sta seguendo il dossier insieme al dicastero della Famiglia.
A fare richiesta della misura sono stati, per la prima volta, lavoratori autonomi, disoccupati, coltivatori diretti, titolari di pensione da lavoro autonomo, in generale i nuclei che non hanno accesso all’assegno familiare "tradizionale" destinato ai lavoratori dipendenti. Non hanno dovuto inoltrare domanda i titolari di Reddito di cittadinanza, cui il contributo è stato integrato in modo automatico. Né hanno dovuto presentare domanda i percettori di un assegno familiare minimo, che con il decreto in vigore hanno visto lievitare automaticamente il contributo a 37,5 euro per figlio al mese. Quindi i dati Inps restituiscono, per gran parte, l’ingresso "ufficiale" del popolo delle partite Iva dentro le politiche di sostegno alle famiglie. Ovviamente la procedura è ancora aperta, i numeri possono ulteriormente crescere e chi chiederà l’assegno temporaneo entro il 30 settembre riceverà anche gli arretrati. Tra i possibili destinatari manca un bel pezzo di platea e nei prossimi giorni l’Inps inizierà una campagna di comunicazione ad hoc.
E dobbiamo attuare presto tutto il Family act: soltanto così il Paese ripartirà
In vista dei dati ufficiali, la ministra Bonetti già guarda avanti: «Con l’assegno ponte abbiamo affermato la priorità dell’impegno con le famiglie italiane. Adesso al lavoro per dare corpo, con i decreti attuativi, ad una misura storica, strutturale, definitiva: l’assegno unico e universale, un investimento nella speranza e nella scelta di essere famiglia, il primo pezzo di una riforma più ampia, il Family act, che farà ripartire il Paese».
Ed è al primo gennaio 2022, giorno in cui l’assegno ponte dovrebbe essere sostituito da quello "vero", che guarda anche Gigi De Palo, presidente del Forum per le associazioni familiari: «Occorre un ultimo sforzo, sto incontrando tutti i leader e c’è ampia convergenza. Questa unità deve servire a trovare le risorse che mancano per fare in modo che tutte le famiglie ci guadagnino. Bisogna fare squadra, come l’Italia agli Europei, e superare 40 anni di discriminazione fiscale alle famiglie».
De Palo e il Forum continuano a giocare, in questa partita, un ruolo costruttivo. Ai leader, il Forum sta presentando tre diverse proposte per l’assegno unico e universale che dovrebbe partire il primo gennaio. La prima, a risorse invariate, anzi con un risparmio di 300 milioni, darebbe 180 euro per figlio al mese nella prima fascia Isee sino a 10mila euro, 162 nel secondo scaglione Isee tra 10mila e 30mila euro, 130 per la terza fascia Isee sino a 50mila euro, 65 per tutti gli altri redditi. La misura diventerebbe così più "universale" sia per platea sia per distribuzione delle risorse.
La seconda proposta, con risorse aggiuntive di 4,4 miliardi, consentirebbe di dare 220 euro al mese al figlio nella fascia Isee più bassa sino ai 10mila euro, 198 nel secondo scaglione, 158 nel terzo, 79 a tutti i nuclei familiari. La terza proposta, che costa 7,9 miliardi rispetto alle risorse ora disponibili, parte da 250 euro al mese a figlio per gli Isee più bassi, 225 in seconda fascia, 180 in terza e 90 a tutti. Il Forum chiama questa ipotesi «opportuna» perché riparerebbe quel paradosso italiano per cui avere figli impoverisce anche i ceti medi.