I carabinieri del Nas di Napoli hanno notificato 15 ordinanze di custodia cautelare, con il beneficio dei domiciliari, e due provvedimenti di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nell'ambito di una indagine su falsi documenti per ottenere rimborsi dalle Asl partenopee per trapianti epatici all'estero effettuati da pazienti aderenti a una associazione cittadina. Le accuse agli indagati vanno dall'associazione a delinquere, alla contraffazione di sigilli, alla falsità ideologica e alla truffa al Servizio sanitario nazionale. Ci sono anche altri 18 indagati.Le indagini hanno permesso di ricostruire un giro di false richieste di rimborso per prestazioni sanitarie soprattutto in Francia con fatture, ricevute di taxi spese in agenzia di viaggio, biglietti di aereo e di treno, certificazione sanitaria e consulti medici post-trapianto, documentazione falsa o contraffatta, che hanno comportato un danno stimato per lo Stato in 1,2 milioni di euro. Ogni paziente, sottoposto a trapianto epatico da 20 anni circa, avanzava richieste di rimborso mensili mediamente di 2mila euro, "assicurandosi - scrive il procuratore aggiunto Francesco Greco in una nota - una indebita costante risorsa economica, sfruttando fraudolentemente una grave patologia per la quale il Servizio sanitario nazionale è tenuto ad assicurare le necessarie e dovute prestazioni sia economiche che sanitarie".
Per ottenere i rimborsi, non sono mancate indebite pressioni su dipendenti delle Asl territorialmente competenti e su funzionari responsabili del centro regionale trapianti della Regione Campania. Molte le conversazioni intercettate nel corso delle indagini, e sequestrati anche certificati medici in bianco, blocchetti di fatture in bianco, timbri di alberghi, ricevute di taxi in bianco, ricevute fiscali in bianco per pasti consumati sui treni, pc con dati informatici attraverso i quali venivano emessi i falsi biglietti ferroviari e di aereo e le false carte di imbarco, nonché false fatture di alberghi francesi.