Attualità

Brescia / L'inchiesta. I secessionisti progettavano azioni violente

mercoledì 2 aprile 2014
Blitz dei carabinieri del Ros, in diverse regioni italiane, contro "un gruppo riconducibile a diverse sigle di ideologia secessionista, che aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l'indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano". Ventiquattro le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Brescia per associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Tra le iniziative in cantiere, la costruzione di un carro armato, ormai quasi ultimato, "da utilizzare per compiere un'azione eclatante a Venezia in piazza San Marco".Tra gli arrestati, anche il leader dei Forconi, Lucio Chiavegato, l'ex parlamentare della Lega, Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta e tra i promotori del referendumper la secessione del Veneto, e due degli ex "Serenissimi", protagonisti del bliz del "Tanko" a San Marco del '97, Luigi Faccia e Flavio Contin.Secondo gli inquirenti, che escludono "con certezza" l'esistenza di "elementi di collegamento con la Lega Nord", i secessionisti avevano costituito una "Alleanza" eversiva, comprendente vari movimenti: da "alcune recenti conversazioni" si desume che i responsabili ritenessero "imminente un'iniziativa eclatante", da "collocarsi in prossimità delle europee". Accertate riunioni segrete in case, aziende e ristoranti di proprietà degli arrestati e una fitta attività di reperimento di finanziamenti, oltre che l'utilizzo di cellulari "dedicati". E documentati contatti con la criminalità albanese per reperire armi.Nel programma - scrive il Gip del Tribunale di Brescia nell'ordinanza di custodia - si afferma "la necessità di uso della violenza, al fine di provocare e guidare in armi unarivolta popolare, per giungere alla proclamazione della Repubblica veneta". "Solo noi altri possiamo cambiare la storia..", diceva al telefono uno degli indagati; "È arrivato il momento di combattere", assicurava un altro. "Parte essenziale del progetto - conclude il Gip - sono pulsioni xenofobe e antimeridionali, e diffusissima è la rancorosa rabbia per l'imposizione fiscale o per le difficoltà economiche, imputate alla classe politica 'marcia'".