SVOLTA NEL GIALLO. Uccide l'ex compagna e la figlia, arrestato medico di Crema
Un duplice delitto, non un omicidio-suicidio. Il dramma di Claudia Ornesi e della sua bimba di 2 anni Livia, trovate morte il 21 luglio scorso, sembrava l'ennesimo caso che allunga la lista delle tragedie da depressione. Una mamma che uccide la figlia e poi si toglie la vita. Invece questa volta lo scenario sarebbe diverso. Con l'accusa di omicidio premeditato è stato arrestato oggi l'ex compagno della donna e padre della bimba. Le avrebbe uccise lui e poi avrebbe allestito il quadro da omicidio-sucidio.
In manette è finito stamattina uno stimato professionista di Crema, Maurizio Iori, 49 anni, oculista, considerato un enfant prodige nel suo settore. Di buona famiglia, l'uomo (c'è chi lo descrive altero e distaccato, chi timido e di poche parole) ha anche una vita privata piuttosto movimentata. Ha avuto quattro figli da tre donne diverse. Due le ha sposate. La terza era Claudia Ornesi, con la quale non aveva avuto neppure il tempo di andare a convivere che la storia era già finita. Lei però era rimasta incinta e aveva voluto tenere la bambina. Lui aveva riconosciuto la piccola, provvedeva al suo mantenimento e aveva messo loro a disposizione un appartamento. Ma pare non facesse molto di più.
Quando Claudia e Livia vengono trovate morte il 21 luglio di mattina, tutto sembra confermare l'ipotesi di un omicidio e suicidio, magari dovuto alla disperazione di una donna che si sente sola e abbandonata. In casa ci sono 4 fornelli da campeggio ormai vuoti del gas butano e 10 blister Xanax (un ansiolitico) da dove mancano 95 pastiglie. Diversi elementi però non quadrano. Gli investigatori accertano subito che la sera prima (momento in cui viene fatta risalire la morte) Maurizio ha cenato a casa Ornesi. E prima del suo arrivo le bombole non c'erano. Poi le confezioni di medicinali non hanno le scatole e questo rende impossibile stabilire il lotto e quindi dove sono state acquistate. Inoltre Iori accenna a una probabile depressione della donna. Smentiscono in modo deciso i familiari e le sue amiche più strette. Claudia, dicono, era felice, raggiante e aveva già prenotato le vacanze ad agosto.
Ma ci sono altri particolari che solo l'occhio clinico del buon investigatore riesce a cogliere. E non sfuggono agli uomini del commissariato di Crema, che intervengono la mattina del ritrovamento. La casa troppo in ordine, le due vittime vestite, la posizione dei fornelletti. Ma soprattutto quel che lascia più perplessi è che la bimba è nel suo lettino a fianco del letto matrimoniale su cui è distesa la madre, ma sul lato opposto. "Una madre che sta mettendo in atto un tale gesto tiene sempre stretto il suo bambino - dice Daniela Borgonovo procuratore della repubblica di Crema in una conferenza stampa nel pomeriggio - Come un ultimo atto d'amore".
Iori viene iscritto nel registro degli indagati per istigazione suicidio. Insieme agli agenti della squadra mobile si ampliano le indagini. E si trovano numerosi riscontri contro il medico: il suo alibi non regge, si incrociano tabulati telefonici, celle, telepass, lo scontrino dei fornelletti a gas e tutto riconduce a lui. Altri indizi vengono trovati a casa sua dopo l'arresto. Restano da chiarire le modalità (come ha fatto a far ingerire alla donna e alla bimba le pastiglie) e soprattutto il movente.
"Claudia voleva che la bimba avesse gli stessi privilegi degli altri figli del medico - hanno detto oggi gli inquirenti - Voleva per la sua Livia gli stessi riconoscimenti sociali, più che economici". Ma Iori, non si sa per quale motivo, non ne voleva sapere e teneva Lidia e Claudia ai margini della sua esistenza. Forse nella sua vita erano di troppo.