Cosenza. Catturato il capo della cosca Abbruzzese, boss della droga
Luigi Abbruzzese, il latitante catturato all'alba dalla Polizia di Stato, è stato sorpreso in una villetta alla periferia di Cassano Ionio nella disponibilità di alcuni suoi familiari. Dopo una lunga attività di indagini, avuta la certezza della presenza del latitante, 50 agenti delle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato di Roma hanno fatto irruzione nella villetta, situata in quello che viene considerato il "fortino" del clan, conosciuto come quello degli "zingari".
Nell'abitazione gli investigatori hanno trovato 2 pistole con relative munizioni, un'ingente somma di denaro contante e un documento di identità falso con il quale, con ogni probabilità, l'uomo si sarebbe rifugiato nuovamente in Germania dove risulta
abbia trascorso gran parte della propria latitanza durata circa 4 anni. Al vaglio della magistratura c'è ora la posizione di alcuni favoreggiatori del latitante.
Luigi Abbruzzese, figlio di Francesco detto "Dentuzzo" ritenuto fondatore e dirigente dell'omonimo clan, attualmente detenuto in regime di 41 bis per condanne definitive all'ergastolo per omicidio, era ricercato dal febbraio 2015 quando sfuggi alla cattura nell'ambito dell'operazione Gentleman condotta dai finanzieri del Goa del Gico di Catanzaro.
Successivamente, per quell'inchiesta, è stato condannato in appello a 20 anni di reclusione. Nei suoi confronti era stato emesso poi, nel 2016, un altro provvedimento restrittivo nell'ambito di un'indagine della Dda di Catanzaro per traffico internazionale di stupefacenti.
Le sue ricerche, estese in campo internazionale e da tempo proiettate anche in Germania, hanno consentito, dopo oltre un anno di indagini di ricostruire una fittissima rete di fiancheggiatori appartenenti al nucleo familiare che ne hanno assicurato sistematicamente gli spostamenti, garantendone il sostegno logistico e gli approvvigionamenti. La svolta è arrivata quando gli investigatori della Polizia di Stato hanno accertato il suo rientro in provincia di Cosenza, proveniente dalla Germania, dove era riferimento e punto di contatto nel traffico di stupefacenti proveniente negli hub portuali del Nord Europa e destinati alla provincia silana.
Il nome di Abbruzzese era stato inserito in un progetto operativo, denominato "Eurosearch", coordinato dal Servizio centrale operativo e da Europol, destinato a implementare le indagini per la cattura dei principali latitanti della criminalità mafiosa in Europa.