Attualità

L'ABRUZZO FERITO. Abruzzo: chi ha la casa agibile da oggi deve lasciare l'albergo

Marco Iasevoli venerdì 7 agosto 2009
Ritorno alla normalità o ritorno nell’incubo? Difficile dare una risposta. Sta di fatto che da ieri per gli aquilani in possesso di una casa "A", dunque agibile, non è più possibile fruire dell’alloggio gratuito negli alberghi. Un provvedimento che spinge verso la propria abitazione migliaia di persone (qualcuno azzarda 5mila, ma la Protezione civile abbassa le stime e si riserva di dare il numero preciso nei prossimi giorni). Di certo, da oggi, chi non ha lasciato la stanza pagherà la pensione di tasca propria. Per tutti gli altri sfollati continua, sino a lunedì, il censimento in cui dovranno indicare se vogliono accedere alle nuove villette antisismiche, ai contributi per la sistemazione autonoma o all’affitto a carico dello Stato. Al momento, dice il comune, sono stati presentati già 5mila moduli. Ma, avverte il sindaco Pd Massimo Cialente, «a fronte di una disponibilità di 5mila alloggi saranno 15mila i nuclei familiari che presenteranno domanda di sistemazione». Morale: occorre studiare nuove soluzioni o l’amministrazione dovrà lasciare senza tetto diverse migliaia di persone. Ieri, inoltre, la città ha ricevuto anche la prima visita di Umberto Bossi, giunto insieme ad una delegazione leghista composta dal titolare della Semplificazione Roberto Calderoli e dal viceministro alle Infrastrutture Roberto Castelli. Il senatur, commentando in serata il suo tour, ha benedetto l’opera del governo: «Prima le tende, poi le case per migliaia di persone. Nemmeno in America fanno così...».Per Cialente, invece, l’America è proprio lontana. «Adesso arriva il difficile – dice –, il vero sisma è in questo momento». A cosa si riferisce il sindaco? Alla guerra degli alloggi, evidentemente: «Non siamo ancora partiti con la ricostruzione delle case B e C - quelle con minori danni -, e settembre è vicino». È forte il rischio, per il sindaco, che dopo le vacanze non si sappia quante famiglie resteranno senza tetto. «Le casette e gli alloggi sfitti non bastano – incalza –. Potremmo non rispondere alle esigenze di 10mila nuclei». Proprio per questo motivo, per evitare dolorose "graduatorie" tra i bisogni delle persone, vuole incontrare Bertolaso e capire se ci sono ancora altre piste da sondare. Non lesina critiche al piano dell’esecutivo nemmeno il presidente di centrosinistra della provincia aquilana, Stefania Pezzopane, che ieri ha portato in visita nella zona rossa i suoi colleghi abruzzesi. Parte dai nuovi quartieri, che da un lato definisce «di indubbia abilità e prontezza», dall’altro «completamente slegati dalla storia e dall’identità della gente aquilana» e buoni per risolvere «giusto il 10 per cento dei nostri gravissimi problemi». L’amministratrice chiede che gli enti locali vengano ascoltati, e auspica un vertice tra sindaci, Berlusconi, Bertolaso, il governatore Chiodi e i ministri interessati alla ricostruzione per «chiarire una volta per tutte numeri, obiettivi e risorse». All’esecutivo la Pezzopane chiede anche interventi immediati per l’economia locale, la viabilità e i centri storici del cratere sismico.Decisamente senza clamori il tour leghista. Bossi, Calderoli e Castelli hanno prima raggiunto Onna, poi Coppito per un colloquio «privato» con Bertolaso, infine hanno apprezzato i villaggi di Bazzano e Cese di Preturo. Al senatur si riescono a strappare pochissime parole: «È stato fatto molto, ma adesso il lavoro comincia a vedersi». Più tardi, dal suo entourgare filtrerà l’indiscrezione che il leader del Carroccio vuole contribuire in prima persona alla ricostruzione arredando una delle nuove villette.