Le commemorazioni. Mattarella: «Ricostruire è un dovere»
L'importanza della memoria. Il ricordo per dare forza alla rinascita. L'Aquila 15 anni dopo. Mattarella torna a quella notte. La notte del terremoto. La notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009. Sono le 3.32 del mattino quando una scossa di 5,8 gradi della scala Richter in pochi minuti distrugge gran parte del centro storico dell'Aquila e molti paesi vicini. Il bilancio è pesantissimo: 309 le vittime, 1.600 i feriti di cui 200 gravissimi, decine di migliaia gli sfollati. «La distruzione si abbatté sul centro storico, sulla periferia, sui borghi vicini, lasciando tutta la Comunità nazionale attonita e sconvolta. Il Paese seppe reagire, mobilitando tutte le proprie energie, mentre gli abitanti dell'area colpita dal sisma trovarono la forza per iniziare a ricostruire le case, i luoghi di lavoro, le scuole, per recuperare - per quanto possibile- le bellezze artistiche...». Il capo dello Stato ora fissa un punto: «Il percorso di rinascita di quella terra è divenuto un traguardo e un patrimonio civico comune. La piena ricostruzione della Città e dei borghi è un dovere e un impegno da proseguire. Per ogni componente sociale, anzitutto per le Istituzioni. Così come tale è l'opera di riconnessione del tessuto sociale». Mattarella guarda avanti. «È una sfida che riguarda l'Abruzzo, le sue aree interne e, allo stesso tempo, costituisce un passaggio per innovare e offrire alle nuove generazioni la possibilità di realizzare i loro progetti nella sicurezza di un ambiente che sappia fare dei territori feriti, o a rischio per l'imprevedibilità della natura, luoghi di nuove opportunità. La memoria di eventi così tragici deve dunque diventare per tutto il Paese ammonimento e impegno, per non trascurare mai il valore della vita umana e l'integrità delle Comunità». È una sfida ambiziosa e complicata. Il lavoro è ancora lungo. La ricostruzione ancora incompleta. E la politica è chiamata a un salto di qualità.
Il presidente del Senato La Russa rivolge un «pensiero commosso ai familiari delle vittime e a chi quel giorno ha visto crollare non solo case, attività, scuole ma anche la propria quotidianità... Quanto accaduto deve essere un monito costante per ricordarci quanto le politiche di prevenzione siano fondamentali per garantire la sicurezza dei cittadini e preservare i luoghi maggiormente a rischio sismico». Parlano le istituzioni e parla la politica. «La rinascita dell'Aquila è la rinascita di un pezzo di noi stessi. Quindici anni fa siamo stati feriti ma abbiamo saputo rialzarci e tornare più forti». Giorgia Meloni ricorda che «oggi l'Italia rende omaggio alle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 e si stringe alla comunità aquilana e abruzzese, a chi quella notte ha perduto gli affetti più cari e a tutti coloro che, con tenacia e determinazione, hanno contribuito alla rinascita della città. L'Aquila è un modello, per la risposta che lo Stato ha dato fin dalla gestione dell'emergenza, passando per la ricostruzione fino alla rigenerazione degli ultimi anni, di cui si stanno vedendo i primi effetti».