Attualità

L'ABRUZZO FERITO. L'Aquila, una casa per risorgere Inaugurata sede del Terzo settore

Alessia Guerrieri lunedì 18 luglio 2011
La si può distinguere già da lontano. E non solo per i palloncini tricolori appesi per festeggiarne l’inaugurazione. Anche un occhio distratto infatti, al passaggio, non può non soffermarsi per un attimo su quelle grandi lettere bianche incastonate nella facciata scura della nuova Casa del Volontariato dell’Aquila. Un tratto distintivo voluto, perché dopo mesi di peregrinazioni tra sedi provvisorie e container, questo posto sia non solo la nuova dimora per tante sigle del Terzo Settore, ma uno spazio di riferimento collettivo per la rinascita abruzzese. Fuori un sapiente mix di sicurezza e nuove tecnologie di costruzione, dentro mille e quattrocento metri quadri di spazi per le associazioni e per i giovani. Carità e solidarietà anche stavolta vanno a braccetto, visto che questo piccolo gioiello architettonico costruito in meno di un anno porta la firma di 569 donatori pubblici e privati. Al progetto iniziale ideato subito dopo il terremoto da CsvAq, il centro di servizio per il volontariato dell’Aquila e dal Csvnet, il coordinamento nazionale dei 72 centri in Italia, si sono aggiunti difatti nel tempo nuovi partner che spaziano da Banca Etica, Acri, Banca d’Italia, Philip Morris, Provincia Italiana Compagnia di Gesù e un infinito numero di semplici cittadini. Undici mesi di lavoro e un costo di 2 milioni 655mila euro per l’intero complesso che comprende anche la casa dell’Associazionismo (1 milione 151 raccolto da Csvaq attraverso la sottoscrizione avviata da Banca Etica e 764mila recuperati dalle associazioni di volontariato).Mini uffici lucidati di fresco e pronti all’uso, da un lato; stanze polifunzionali a disposizione dei giovani, un foresteria con 14 posti letto ed una sala convegni multimediale, dall’altro. Un alternarsi, cioè, di luoghi operativi e ricreativi che possono adattarsi ad ogni esigenza. Qui, in sostanza, è vero che l’associazionismo aquilano ha trovato finalmente casa, ma sono spazi che serviranno anche all’intera città per riprogrammare il futuro, scambiandosi idee per la ricostruzione sociale. Il progetto di questo sogno per l’associazionismo dell’Aquila, in realtà, fu benedetto sulla carta il 5 dicembre 2010; il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole ricorda il freddo di quel giorno nella sede provvisoria del volontariato, una tenda. «Ora si conclude quell’avventura - sottolinea - questa sarà la casa dell’accoglienza sia che fuori ci sia il gelo, sia che splenda il sole. Qui si avrà sempre una mano tesa, una spalla su cui appoggiare la testa affaticata, uno sguardo amico che parli il linguaggio dell’Amore». Ad ascoltare il presule c’è più gente di quella che la sala convegni riesce a contenere; ci sono le autorità, i responsabili delle associazioni, ma ci sono anche tanti aquilani fino ad ora lontani da questo mondo. Sono loro più di tutti a capire il senso del dono; sanno infatti che queste stanze (una delle prime infrastrutture sociali che si costruisce a l’Aquila dal terremoto) da domani saranno uno spazio d’incontro anche per loro. «La nostra vicinanza all’Aquila - ha sottolineato Marco Granelli, presidente Csvnet - ora diventa una realtà viva e concreta. Da oggi il volontariato aquilano si dota con questa struttura di strumenti solidi per essere sempre più capace di aiutare la comunità a ricostruire relazioni, solidarietà e socialità». Anche al sottosegretario Gianni Letta nel suo messaggio sottolinea l’importanza di avere in questa città una struttura del genere; una casa che «aiuterà la popolazione a mettere in atto obiettivi comuni, oltre a rafforzare quel sentimento di comunità che da sempre caratterizza gli abruzzesi».