"Siamo le figlie di Domenico Quirico, il giornalista inviato del quotidiano "La Stampa" scomparso in Siria da 50 giorni. Nostro padre è nel vostro paese per raccontare all' Italia il dramma della Siria e del popolo siriano". Comincià così il video presente sul sito del quotidiano con cui le due figlie del giornalista, Metella ed Eleonora, rivolgono un appello perché: "Chiunque sappia qualcosa si rivolga alle autorità italiane". Le ragazze chiedono di essere aiutate a ritrovare il padre per poterlo riabbracciare: "Ciao papà - aggiungono nel video - con mamma ti aspettiamo presto". L'appello delle figlie di Quirico su La Stampa è stato tradotto anche in inglese e arriva a quasi due mesi dalla scomparsa del giornalista. L'ultimo contatto diretto è stato un sms a un collega della Rai, il 9 aprile, con il quale l'inviato della Stampa confermava di essere sulla strada per Homs. Da allora, il silenzio. Per i primi venti giorni la direzione della Stampa aveva mantenuto il riserbo, in accordo con la Farnesina. Poi il direttore Mario Calabresi ha deciso, a fine aprile, di rendere nota la notizia nella speranza che l'eco mediatica aiutasse a smuovere le acque e ad attivare un canale con chi ne sapesse qualcosa. Ma il silenzio è continuato. "Non ci sono né aggiornamenti né novità", ha detto qualche giorno fa anche il ministro degli Esteri Emma Bonino ricordando l'impegno della Farnesina che sta mantenendo "contatti costanti, a vari livelli": "Le stiamo provando tutte" ma la mancanza di notizie - aveva dichiarato la responsabile della Farnesina - "non è certo un segnale positivo".Sulla sorte del giornalista italiano è intervenuto, due settimane fa - in un'intervista al quotidiano argentino Clarin - anche lo stesso presidente siriano, Bashir Assad spiegando che "al momento non abbiamo alcuna informazione".