Appello. I migranti al confine: fateci tornare in Tunisia (che annuncia una soluzione)
“Aiutateci a tornare in Tunisia”. Lo chiedono diversi gruppi di migranti spediti in Libia dalle autorità di Tunisi, dopo settimane di operazioni di polizia volute dal governo Saied, che hanno di faatto spostato migliaia di richiedenti asilo verso il deserto subsahariano e non solo. Le immagini mostrate nel video raccontano di una protesta avvenuta sulla frontiera di mare tra i due Paesi, con ragazzi che ripetono lo slogan “Black lives matter”, “Le vite delle persone di colore contano”, che riecheggiano quelle lanciate negli anni scorsi in America nei giorni delle proteste contro la polizia per l’uccisione di cittadini afroamericani.
Nel nord Africa, come racconta da mesi “Avvenire”, la situazione è sempre più tesa. La Tunisia, dopo la Libia, è diventata un altro porto di partenza individuato da migranti e trafficanti per poter partire alla volta dell’Europa e a nulla sono valsi gli accordi presi di recente tra le autorità locali e l’Europa, su impulso del nostro governo, nel tentativo di frenare l’esodo.
Tragedie come quella di ieri, con 41 profughi morti dopo essere salpati da Sfax, sono purtroppo cronaca ordinaria. In queste ore, peraltro, i governi di Tuniai e Libia hanno annunciato un accordo per risolvere il nodo dei migranti africani bloccati alla frontiera fra i due Paesi.
"Abbiamo concordato di condividere la gestione dei migranti al confine", ha spiegato un portavoce del ministero dell'Interno di Tunisi dopo un incontro tra i ministri dei rispettivi Paesi. A detta del ministero, ora nella zona di frontiera con la Tunisia non ci sono più "migranti irregolari" e questo è potuto succedere grazie al nuovo accordo con la Tunisia per condividere la responsabilità dei rifugiati bloccati alla frontiera. Ora, ha aggiunto il ministero "si stanno organizzando pattuglie" coordinate dei due Paesi per "rendere sicuro il confine".