Attualità

LA REAZIONE DEI GIUDICI. L'Anm: «Falsità per sminuire la sentenza»

Alessia Guerrieri venerdì 23 agosto 2013
La presa di posizione è arrivata. Ed è netta: basta con l’accanimento mediatico contro i giudici. L’Anm reagisce pesantemente di fronte alla serie di articoli e servizi televisivi che dopo la sentenza di condanna della Cassazione per Silvio Berlusconi, continuano a susseguirsi su alcuni organi di stampa ed emittenti tv, «con gravi offese a singoli magistrati e inaccettabili attacchi all’intero ordine giudiziario». E lo fa proprio nel giorno in cui il Cavaliere parla di epilogo della «guerra dei vent’anni delle toghe rosse contro di me».L’associazione, dunque, si schiera compatta al fianco del giudice di Cassazione, Antonio Esposito, che il 1 agosto scorso ha letto la sentenza di condanna definitiva per frode fiscale del Cav. Sugli eventuali "errori" non è escluso che a settembre il Csm possa aprire un procedimento disciplinare, per la sua intervista rilasciata a Il Mattino, in cui sembra anticipare le motivazioni della sentenza Mediaset. Esposito ha smentito la parte centrale di quella chiacchierata telefonica, ma certo il suo intervento sul quotidiano è apparso da più parti inopportuno. Il magistrato ha ripetutamente spiegato che alcune domande erano state inserite arbitrariamente in un secondo momento, che quello non era il testo concordato. Ma la registrazione audio del colloquio ha fatto traboccare il vaso e ha aperto un fronte polemico che non si è ancora spento. La vicenda, infatti, ha indotto Csm, pg della Cassazione e ministro della Giustizia a degli approfondimenti.Ma questo aspetto, sembra dire tra le righe l’Associazione magistrati, non giustifica affatto il fango che alcuni media hanno riservato all’uomo, prima che al giudice. L’obiettivo di questo modus operandi di alcuni giornalisti è chiaro - dice il sindacato delle toghe - sminuire gli effetti del verdetto dei giudici colpendo «con gravi offese singoli magistrati» o lanciando «inaccettabili attacchi all’intero ordine giudiziario».Alcuni giorni fa, sentendosi leso dai continui articoli di stampa, era stato lo stesso magistrato campano a chiedere la tutela proprio al Palazzo dei Marescialli. E ora quell’ala di protezione è arrivata. Dalle colonne dei giornali, sostengono in una nota il presidente Rodolfo Sabelli, il vicepresidente Valerio Savio e il segretario generale Maurizio Carbone, è in atto addirittura «un vero e proprio linciaggio mediatico» che ha «l’evidente finalità di sminuire gli effetti di una sentenza definitiva», nel «pervicace tentativo di neutralizzare le conseguenze della stessa». Questa, ricordano i giudici, va ritenuta una grave «compromissione dei principi fondamentali sui quali si basa lo Stato di diritto». L’assurdità a cui sono giunti i media – è la forte denuncia – è rappresentata anche dalla presunta «redazione di elenchi di magistrati, che evocano liste di proscrizione».In realtà, Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Suprema Corte, è solo l’ultimo in ordine di tempo a cui i giornali vicini al premier, Libero e Il Giornale in testa, hanno riservato questo "trattamento speciale". Da diversi giorni, ad esempio, il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti pubblica su Esposito ampi articoli, spulciando bonifici e cene che lo hanno visto partecipe. In una, nel 2011, in cui era presente anche l’attore Franco Nero, Esposito avrebbe espresso pesanti giudizi su Berlusconi. Lui nega, «i testimoni lo sbugiardano» scriveva ancora ieri Il Giornale, che punta l’indice contro «le goffe smentite di Esposito» e le sue minacce di querele. Il 12 agosto l’Anm aveva contestato proprio la «grossolana ricostruzione» della storia di Magistratura Democratica e due giorni dopo le stesse critiche si erano estese a Panorama.Ora il contrattacco s’inasprisce. Il sindacato parla di «strategia giornalistica», che ricorrendo anche alla diffusione di «notizie grottesche» e «riproponendo argomenti vecchi e già ripetutamente smentiti», mostra la sua natura di «operazione strumentale» per screditare l’operato di singoli giudici. L’inizio di ricostruzioni fantasiose della stampa, infatti, ricordano così i giudici, è proprio in concomitanza con la conclusione del processo Mediaset. La risposta dell’Anm, insomma c’è. Il giudizio è chiaro. E non sarebbe certo una sorpresa se già oggi arrivasse una controreplica da parte dei quotidiani che si saranno sentiti chiamati in causa.