Olanda. Amsterdam vietata ai tifosi della Lazio
La curva dei tifosi laziali
L’antisemitismo continua a dominare tristemente le cronache collegate al calcio. E ancora una volta a essere protagoniste sono la città di Amsterdam e i tifosi della Lazio. Supporter biancocelesti che, dichiara il comune della capitale olandese «non sono benvenuti». E a confermare questa presa di posizione la decisione, concordata dal sindaco di Amsterdam, dal capo della polizia e dal procuratore capo, di vietare ai laziali l'ingresso nella capitale olandese per assistere alla partita di Europa League del 12 dicembre con l'Ajax. Motivo: troppo alto il rischio di disordini pubblici. Ma i tifosi laziali, almeno a leggere chat e social non intendono rispettare lo stop, ricordando anche i danni causati nel 2015 dagli ultrà del Feyenoord (peraltro fieri avversari dell’Ajax) nel centro di Roma, in particolare alla Fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna. Nella nota che motiva il divieto si sottolinea che «alcuni tifosi della S.S. Lazio sono noti per le simpatie di estrema destra e fasciste e per le loro espressioni antisemite e razziste. In particolare, hanno fatto il saluto nazista, hanno esposto svastiche e hanno insultato l'effigie di Anna Frank. Il pericolo di espressioni (criminali) di estrema destra, antisemite, razziste e disordini pubblici è troppo alto», prosegue il testo. Contro la decisione, a quanto si apprende, la società italiana sta percorrendo vie diplomatiche ed istituzionali.
C’è da aggiungere che il divieto arriva dopo che lo scorso 8 novembre i tifosi del Maccabi Tel Aviv sono stati inseguiti, aggrediti e picchiati per le vie di Amsterdam, nel corso di attacchi da parte di sostenitori della causa palestinese. Episodi definiti di matrice antisemita da diversi Paesi europei e che hanno lasciato sotto choc la città olandese, tradizionalmente tollerante, a maggiore ragione considerando il fatto che l’Ajax è tradizionalmente la città del ghetto con tanto di bandiere israeliane esposte nella curva dei cosiddetti lancieri. Gli attacchi furono il culmine di due giorni di scaramucce in cui i tifosi del Maccabi avevano cantato canzoni antiarabe, vandalizzato un taxi e bruciato una bandiera palestinese.