"Come già più volte dichiarato nelle
scorse settimane, siamo nettamente contrari a un provvedimento
di amnistia", ribadiscono Danilo Leva, responsabile
Giustizia e Sandro Favi, responsabile Carceri del Partito
Democratico, che notano: "La tempistica del provvedimento fa tra
l'altro sorgere il dubbio che l'emergenza che il Pdl vuole affrontare
non riguarda tanto le sorti della popolazione carceraria italiana
quanto quelle di una sola persona, Silvio Berlusconi. E l'unica cosa
che interessa al Pdl. Ma non è nell'interesse dell'Italia".
Rincara la dose Davide Zoggia, responsabile Organizzazione della
segreteria nazionale PD: "Il Pdl insiste nel cercare dal Pd ciò che
non può ottenere, perchè è contro la legge. E ora di dire basta. E
di finirla anche con i continui ripescaggi dell'idea di amnistia per
salvare Berlusconi". È avverte che "sta diventando una storia
indecente, oltre che imbarazzante per coloro che avanzano queste
proposte". "Amnistia come atto politico presuppone guerra civile,
prepara uscita di scena degli sconfitti.Non confondiamo gli
italiani", scrive su Twitter Andrea Romano, deputato di Scelta civica
ed esponente della fondazione Italia Fura di Luca Cordero di
Montezemolo, in compagnia di Gianluca Susta, presidente dei senatori
di Scelta Civica, che esclude si possa trovare un modo per evitare la
decadenza di Silvio Berlusconi o che si possa arrivare a un'amnistia:
"Mi pare che da parte del Pdl ci sia quasi la richiesta di un
Berlusconi sciolto dalle leggi. Io credo che bisognerebbe fare un
salto di qualità verso la normalità che c'è in tutto il mondo
quando viene coinvolto un leader politico in un fatto che prefigura
anche una fattispecie penale. Non vedo strade per 'salvarè
Berlusconi", ha chiarito.Sull'amnistia come via di uscita per evitare
una crisi di governo e per trovare una soluzione al "caso
Berlusconi", caldeggiata dal Pdl, arriva l'alt del Pd, la bocciatura
di Sel e il no di Scelta Civica e dei montiani.
Anche se, l'idea trova porte aperte dai ministri della Difesa,
Mario Mauro, e, soprattutto, del Guardasilli, Annamaria Cancellieri.
In attesa che la Giunta per le immunità del Senato torni a
riunirsi il 9 settembre per decidere della decadenza del senatore
Berlusconi a causa della legge, approvata nel 2012, che vieta lo
scranno in Parlamento ai condannati, il dibattito politico si sposta
dalla ventilata ipotesi di grazia da parte del Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, che peraltro nessuno ha
chiesto, al provvedimento di clemenza che le Camere dovrebbero votare
con la maggioranza dei due terzi, a tredici anni di distanza
dall'ultimo precedente, che risale al 1990.Non è meno netta la posizione di Sel: "Se si
parla di amnistia si fanno delle selezioni dei reati - osserva il
capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore - Certamente i reati più
odiosi, quelli dei colletti bianchi, quelli che hanno prodotto come
nel caso di Berlusconi l'accumulazione di ingentissimi fondi (si
parla di duecentosettanta milioni di euro di fondi neri per agire al
di fuori di ogni norma). Noi ovviamente non solo saremmo contrari ma
non saremmo disponibili nemmeno ad aprire la discussione".
Non così nel Pdl con Sandro Bondi, Frabrizio Cicchitto e Franco
Frattini che, al Meeting di Rimini osserva: "non è - spiega - un
provvedimento
ad personam, bensì tocca una questione generale".
"La proposta della Cancellieri è condivisibile. Il blocco
dell'amnistia sta producendo conseguenze inaccettabili", dichiara
invece dal Pdl Fabrizio Cicchitto mentre Sandro Bondi annota che "se
due membri autorevoli del governo, come Mario Mauro e Anna Maria
Cancellieri, affrontano con serietà e lungimiranza il problema dell
amnistia, ciò ha un valore che non può essere eluso, sottovalutato
o accantonato da chi ha a cuore le sorti dell'Italia".Ma, nel merito, che cosa è l'amnistia?
È un provvedimento di clemenza che estingue il reato. È
prevista dall'articolo 79 della Costituzione e dall'articolo
151 del codice penale: l'amnistia e l'indulto sono concessi con
legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di
ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale,
recita la nostra Carta costituzionale.
La legge che concede l'amnistia o l'indulto stabilisce il
termine per la loro applicazione. In ogni caso l'amnistia e
l'indulto non possono applicarsi ai reati commessi
successivamente alla presentazione del disegno di legge.
"L'amnistia estingue il reato e, se vi è stata condanna fa
cessare l'esecuzione della condanna e le pene accessorie",
recita il codice. Nel concorso di più reati, l'amnistia si
applica ai singoli reati per i quali è concessa.
L'estinzione del reato per effetto dell'amnistia è
limitata ai reati commessi a tutto il giorno precedente la data
del decreto, salvo che questo stabilisca la data diversa
L'amnistia può essere sottoposta a condizioni o ad obblighi.
L'amnistia non si applica ai recidivi, nei casi previsti
dai capoversi dell'articolo 99 Codice Penale, nè ai
delinquenti abituali, o professionali o per tendenza, salvo che
il decreto disponga diversamente.
L'amnistia, a partire dal 1992, viene disposta con una
legge dello Stato, che deve essere votata a maggioranza dei due
terzi dei componenti di ciascuna Camera. Precedentemente era
prerogativa del Presidente della Repubblica.