Attualità

Amministrative. Elezioni, guerra di numeri tra Pd e grillini

Marco Iasevoli martedì 7 giugno 2016
Il martedì successivo al voto, di solito, i toni delle sfida elettorale decantano. E invece oggi hanno avuto un picco. “Colpa” dell’istituto Cattaneo, che ha reso noti i flussi nazionali dei singoli partiti. E ha in qualche modo smentito alcune delle analisi più ricorrenti. Secondo l’istituto, ad esempio, M5S ha avuto un calo rispetto alle politiche del 2013 (alle comunali del 2011 il Movimento era praticamente agli albori). Sempre secondo il Cattaneo, il vero exploit appartiene al centrodestra, cresciuto di 4 punti, mentre il centrosinistra ne recupera uno (sempre con riferimento alle politiche di tre anni fa). Guerra di numeri tra Pd e M5SQuesta analisi scatena una vera e propria guerra dei numeri tra Pd ed M5S. È il presidente dei democrat, Matteo Orfini, a partire all’assalto, ricordando che su 24 capoluoghi il Pd vince al primo turno in 3 città e va al ballottaggio in 17, mentre i penta stellati ottengono solo tre secondi turni (tra i quali quelli importantissimi di Roma e Torino). A rispondergli è Grillo dal suo blog. E va giù dando del “cialtrone” a Renzi e con una serie di dati assoluti secondo i quali M5S è primo in Italia con 956.552 voti mentre il Pd “in estinzione” si ferma 3mila preferenze sotto. In questa disputa forse l’unica parola saggia viene da Napolitano, che ricorda ai contendenti che le amministrative non si prestano a letture generali: troppe le variabili, tra differenze territoriali, liste civiche e uso del simbolo. La sfida del 19 giugnoInsomma tutti esagerano un po’. Mentre i candidati al ballottaggio si preparano alla sfida del 19 giugno. Il dem Giachetti prova la rincorsa contro Raggi a Roma e guarda a tutti gli elettori che hanno perso, quelli di destra e quelli di sinistra. Sala e Parisi continuano nella loro campagna elettorale praticamente speculare, consapevoli che il loro destino è nelle mani dei grillini: se prevarrà la logica antirenziana, il centrodestra ha grosse chance. A Torino Fassino cerca di esorcizzare il fantasma della grillina Appendino puntando su una parola-chiave, affidabilità. A Napoli, invece, è Lettieri che cerca una strategia più aggressiva per rimontare De Magistris. Anche se, a dire il vero, il capoluogo campano in queste ore fa rumore più per la ribellione della base dem – o meglio dei dirigenti storici - all’idea di Renzi di commissariare la sezione cittadina del partito.La Lega: appoggio al M5S a Roma e Torino Anche se l’esito dei ballottaggi sarà legato a dinamiche locali, due fattori nazionali possono incidere. Salvini e la Lega hanno detto apertamente di essere pronti a sostenere il candidato grillino a Roma e Torino, ma M5S – almeno ufficialmente – non sembra voler ricambiare la cortesia a Bologna e Milano. Le divisioni interne al PdE poi ci sono le divisioni interne al Pd che potrebbero ulteriormente indebolire, di riflesso, Sala, Giachetti, Fassino e Merola. I leader della minoranza, da Speranza al governatore toscano Rossi, hanno fortemente attaccato Renzi chiedendogli di interrompere subito l’alleanza con Verdini e di riallacciare un dialogo a sinistra. Il premier per ora tace e medita. E aspetta il 19 notte per prendere le sue decisioni.