Ambiente . Cambiamenti climatici, al via la prima causa contro lo Stato italiano
Inquinamento atmosferico nel distretto industriale di Minneapolis, Minnesota (Stati Uniti)
Né gli studi scientifici, né gli appelli dell'opinione pubblica sono riusciti finora a spingere i governi a un deciso cambio di rotta nella lotta al riscaldamento globale. Grandi summit internazionali producono accordi rinunciatari, spesso ampiamente ignorati. E milioni di persone, a tutte le latitudini, stanno già subendo i danni provocati dal cambiamento climatico. Per questo associazioni e movimenti hanno deciso di percorrere le vie legali per costringere i governi a cambiare rotta. In più di 25 paesi cittadini e ong hanno intentato oltre 1000 cause contro Stati, imprese, singoli progetti dal forte impatto sul clima. Anche in Italia parte la campagna "Giudizio universale" che apre la strada alla prima causa legale intentata nel nostro Paese.
L'iniziativa, avviata il 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente, ha come slogan “Giudizio Universale – Invertiamo il processo” e apre la strada al deposito, previsto in autunno, della prima causa legale intentata in Italia contro lo Stato per l’inazione di fronte ai cambiamenti climatici. Un processo senza precedenti nel nostro paese, con l’obiettivo di chiedere ai giudici di condannare il governo per la violazione del diritto umano al clima. Già in Olanda, nel 2015, un migliaio di persone hanno fatto causa allo Stato per le scarse politiche climatiche, vincendo il ricorso in primo e in secondo grado con sentenze di condanna che impongono alla politica di rivedere i suoi piani.
«Il movimento per la giustizia climatica rappresenta oggi uno dei fenomeni più rilevanti sulla scena internazionale - è la denuncia della ong Terra! Onlus - per denunciare l’immobilismo dei poteri pubblici nella protezione dei diritti umani connessi al clima.
Da questo punto di vista, l’Italia non fa eccezione. Il nostro Paese ha obiettivi di riduzione delle emissioni scarsamente ambiziosi e non in linea con le raccomandazioni espresse dalla comunità scientifica per centrare l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro la soglia prudenziale dei +1,5 °C».