Azzardo. Altro che crisi: slot e scommesse sfilano agli italiani 140 miliardi
Centoquaranta miliardi è quanto gli italiani avranno tirato fuori per slot, scommesse, lotterie, gratta&vinci, e altre topologie di azzardo nel 2022. «Una raccolta record assoluta», ha annunciato Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle Accise, dogane e monopoli, in occasione della presentazione dell’annuale “Libro Blu”.
Una previsione ma molto attendibile, oltretutto presentata in un’occasione officiale, la più importante dell’Agenzia. Ed è la conferma che il settore dell’azzardo è tutt’altro che in crisi, come ripetono in continuazione le lobby per contrastare le regolamentazioni, soprattutto quelle messe in campo dai Comuni. Invece l’affare cresce e molto. Malgrado pandemia e lockdown.
Basta andare a vedere i dati degli ultimi tre anni, contenuti nel “Libro blu”: 110,4 milioni di euro nel 2019, 88,2 miliardi di euro nel 2020, l’anno dei due lockdown con tutte le sale giochi chiuse, le “macchinette” bloccate e lo stop anche ai “grattini”. Ma poi nel 2021, con la riapertura di tutto (ma non per tutto l’anno) si è risaliti a 111,17 miliardi di euro (+25,98%), superiore addirittura al periodo pre Covid. E ora il «record assoluto», con un +30% rispetto al 2021, già record (sono sempre notizie fornite da Minenna). Mentre è in calo (-26,3%), sempre rispetto al 2019, il gettito erariale, cioè l’incasso dello Stato, passato dagli 11,4 miliardi di due anni fa, ai 7,2 del 2020, fino ad arrivare agli 8,4 miliardi dello scorso anno. A far crescere l’affare è soprattutto l’online passato da 36,3 miliardi di euro del 2019 a 49, 2 miliardi del 2020 e 67,1 miliardi del 2021. A conferma che l’aumento non è dovuto solo alla chiusura delle sale e al blocco di slot e vlt, ma a un trasferimento da fisico a distanza. Anche se l’azzardo fisico non è tornato ai livelli prepandemia: nel 2019 era a poco più di 74 miliardi di euro, crollato nel 2020 a 39 miliardi per poi risalire nel 2021 a 44 miliardi. Più di un terzo in meno in due anni e questo spiega il grande attivismo del settore contro il distanziometro stabilito da Comuni e Regioni. Che è riuscito a far prorogare, congelare, annacquare molte leggi regionali, soprattutto quelle governate dal centrodestra.
Dove finiscono i soldi spesi online? In testa troviamo i giochi da casinò, con 47,5 miliardi di euro, seguono le scommesse sportive con quasi 12 miliardi di euro, il poker con 2,6 miliardi di euro, il betting exchange con 2,2 miliardi di euro. Grazie alla riapertura dei punti gioco sul territorio, la raccolta del gioco fisico nel 2021 registra una crescita del 12,6% rispetto a quella del 2020, ma dovuta principalmente a determinate tipologie di gioco: 48,3% per le lotterie, 30,2% per il lotto e 30% per i giochi numeri a totalizzatore. Calano, invece, le “macchinette”, ed è l’unica notizia positiva, anche se restano ancora troppe e diffusissime (anche per il blocco di molti distanziometri). Le Awp (nome tecnico delle slot machine) sono passate da 263.191 del 2019 a 261.179 del 2020 e 255.559 del 2021, le vlt (dove si può spendere molto di più) sono scese da 57.920 del 2019 a 56.043 del 2020 e 55.772 del 2021. Nel 2021 l’Agenzia ha effettuato controlli su 10.874 esercizi che ospitano azzardo, irrogando 3.069 sanzioni (-33,71% sul 2020) e accertando un’imposta totale pari a 94,4 milioni (+7,6%). Per quanto riguarda le violazioni riscontrate nel settore delle scommesse, nel 2021 sono state 194 le persone denunciate (71 nel 2019 e 19 nel 2020) e 12 le misure cautelari (erano state 22 e 2), 72 le violazioni penali riscontrate (contro 89 e 30) e 5 i sequestri penali (erano stati 7 e zero). Nel 2021, inoltre, sono stati inibiti 197 siti di gioco irregolari, con un forte calo. Erano stati infatti 1.037 nel 2019, scesi a 297 nel 2020. Dati che smentiscono un’altra tesi del mondo dell’azzardo, e cioè che la chiusura delle sale abbia favorito l’azzardo illegale.