FAMIGLIA NEL MIRINO. L'«alleanza di Vasto» meneghina rilancia sulle unioni omosessuali
Pisapia tira dritto sulle coppie di fatto, ostenta sicurezza sulla coesione della sua maggioranza, nonostante i pesanti distinguo arrivati dall’area cattolica del Pd e in particolare dal suo vice Maria Grazia Guida che proprio ad Avvenire aveva affidato le sue perplessità sull’istituzione del registro. Entro l’anno, ha ribadito ieri il primo cittadino partecipando alla presentazione della campagna nazionale «Una volta per tutti» proposta di legge di iniziativa popolare per il riconoscimento dei diritti dei conviventi sostenuta da esponenti di Pd, Idv e Sel, Milano si doterà di questo strumento già adottato da numerose città italiane. Strumento che però è rimasto il più delle volte lettera morta. Un flop clamoroso, come dimostrano i dati relativi al 2011: solo 298 coppie si sono registrate in 82 comuni con una media di 3,6 coppie per ciascuna città. Lo rileva un’inchiesta di KlausCondicio che stila anche una classifica. In controtendenza Bari con 140 iscrizioni (729 dal 2007 di cui 510 relative a coppie omosessuali) e Torino con 48 adesioni (132 in due anni). Dati che dimostrano come il registro sia una bandiera ideologica sventolata dai politici più che una necessità percepita dalle coppie che scelgono, per motivi diversi, di non sposarsi.A Milano sin dalla campagna elettorale Pisapia ha promesso l’istituzione del registro, sinora rimandata per le resistenze interne alla maggioranza. Per evitare imbarazzi si era deciso di rinviare la questione a dopo la visita del Pontefice per il VII incontro mondiale delle Famiglie conclusosi domenica scorsa. Ma Pisapia, proprio alla vigilia dell’arrivo di Benedetto XVI aveva rilanciato, suscitando pochi giorni dopo la netta presa di posizione del vicesindaco Guida e di altri esponenti del Pd decisi a non votare la delibera che a luglio approderà in Consiglio comunale. E anche a livello nazionale il tentativo del segretario Pierluigi Bersani di aprire ai centristi per allargare la coalizione potrebbe allargare le divisioni interne al Pd su temi così delicati e aumentare i dissapori con Idv e Sel.ll sindaco ieri ha richiamato all’ordine i suoi alleati: ricordando che il registro era nel programma elettorale sottoscritto da tutti i partiti e dai candidati. «Ci sono discussioni e confronti, sensibilità diverse ma posso garantire che mi è stata confermata l’unanimità della giunta» ha detto auspicando che si arrivi ad una soluzione «condivisa che avrà le sue obiezioni di coscienza, rispettabili se reali e non strumentali, e che avrà la capacità di trovare consensi anche al di fuori della coalizione di centrosinistra». Scettico sulla tenuta della maggioranza il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli: «Il sindaco parla di unanimità in giunta. Significa forse che il prossimo rimpasto vedrà l’espulsione del vicesindaco Guida, dell’assessore Granelli e del cattolico Tabacci?» – è la provocazione dell’esponente dell’opposizione. «O forse – ha aggiunto – che per mantenere il posto nella giunta Pisapia bisogna rinunciare al proprio credo?».Il sindaco ha scelto di non firmare la proposta di legge popolare (che prevede tre livelli di riconiscimento delle coppie di fatto) per non legarsi ad un’iniziativa specifica ma anche perché su alcuni aspetti, come le unioni omosessuali contenute sul modello inglese, avrebbe ravvisato dubbi di incostituzionalità. Da Palazzo Marino è partita comunque con il suo benestare la raccolta di firme con l’obiettivo di raccoglierne 50mila entro dicembre. Il sindaco ha auspicato l’approvazione in tempi rapidi di una legge che colmi un vuoto legislativo, fatta magari da un nuovo Parlamento che si è augurato arrivi al più presto. «Va aperto il dibattito su una realtà viva, che qualcuno vuole ignorare, altri vogliono escludere ma che fa parte della nostra società» ha detto ricordando di aver fatto parte della commissione parlamentare che elaborò diverse proposte in materia, rimaste però nel cassetto.