Ong. Lampedusa, nella notte lo sbarco dei migranti. Sequestrata la barca Alex
Lo sbarco dei migranti della Alex a Lampedusa (Foto Ilaria Solaini)
Il caldo torrido e l'impossibilità di muoversi per le persone soccorse si vanno a sommare alle violenze, agli abusi subiti nei centri di detenzione in Libia. "Non possiamo resistere oltre, le scorte d'acqua sulla barca si stanno esaurendo - aveva spiegato il medico di bordo di Mediterranea Giulia Berberi, dopo il controllo medico quotidiano -. Allo stato attuale non si dichiarano situazioni di emergenza, perché è la condizione generale - 57 persone stipate in una barca di 18 metri oramai da 44 ore - a essere l'emergenza stessa".
Il fronte politico: botta e risposta tra Viminale e Difesa
Nel giorno dell'arrivo a Lampedusa della Alex & Co. si apre anche una crepa nel governo: Salvini in una diretta Facebook ha detto che "ogni tanto mi sento politicamente un po' solo. Infatti chiederò al ministro della Difesa e al ministro dell'Economia che comandano la Marina militare e la Guardia di Finanza di aiutarci in questa battaglia di civiltà, di legalità, per salvare vite". Fonti della Difesa però replicano spiegando che "da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione". E il botta e risposta è continuato: "In riferimento alle fonti della DIfesa - affermano fonti del Viminale - che sostengono di aver offerto supporto al Viminale, ottenendo risposta negativa, si segnala che il supporto è necessario per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto". Tra l'altro per la Alex & ci si prospetta un destino incerto. Salvini infatti ha annunciato un innalzamento delle multe fino a un milione di euro e sequestri più semplici dei mezzi, nel decreto sicurezza bis, per coloro che bolla come complici degli scafisti. "La nave dei centri sociali, che a quest'ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro. Infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Questi non sono 'salvatori', questi sono complici dei trafficanti di esseri umani". E ancora: è in corso non un soccorso, ma operazioni pianificate di invasione del Continente europeo sponsorizzate da miliardari non da filantropi, da speculatori miliardari alla Soros, che vogliono cancellare popoli, radici, culture e tradizioni e vogliono nuovi schiavi".La Alan Kurdi inverte la rotta e si dirige verso Malta
Nella notte, proprio mentre dalla Alex sbarcavano i migranti, la Alan Kurdi della ong Sea Eye, da un giorno ferma davanti a Lampedusa in attesa di un porto sicuro, ha invertito la marcia e fatto rotta verso Malta.
In un tweet, l'ong sottolinea: "Non possiamo aspettare che prevalga lo stato di emergenza. Ora bisogna dimostrare se i governi europei appoggiano l'atteggiamento dell'Italia. Le vite umane non sono una merce di scambio". A bordo, ci sono 65 naufraghi soccorsi venerdì e recuperati da un gommone.
Sabato mattina la Guardia di finanza aveva notificato al comandante il divieto d'ingresso nelle acque italiane, ma la ong aveva proseguire verso Lampedusa: "Non siamo intimiditi da un ministro dell'interno - twitta Sea Eye - ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo". In Germania, secondo quanto dice la stessa Sea Eye, ci sarebbero "oltre 70 città disposte ad accogliere le persone soccorse", ma ad ora la situazione appare ancora bloccata.
Sabato sera Gorden Isler, presidente di Sea Eye a bordo della Alan Kurdi, aveva spiegato che "non ci sono emergenze e non ci sono grossi problemi medici. Ma ci sono 39 minorenni a bordo, che sono particolarmente vulnerabili. Pertanto, è importante il più rapidamente possibile arrivare a una soluzione europea consensuale".
Il ministro degli Esteri tedesco Horst Seehofer ha scritto una lettera al suo omologo Salvini, ribadendo la disponibilità ad accogliere alcuni dei migranti a bordo della Alan Kurdi e della Alex & co. come "parte di una soluzione basata sulla solidarietà europea", sollecita un ripensamento e l'apertura dei porti italiani. Pronta la replica di Salvini: "Il governo tedesco mi chiede di aprire i porti italiani ai barconi? Assolutamente no. Chiediamo anzi al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane".
Salvini ora riconosce: la Libia non è un porto sicuro
Intanto, il ministro dell'Interno Matteo Salvini riconosce che "in questo momento" la Libia non è un porto sicuro: "La guardia libica - aggiunge - sta facendo un buon lavoro". Quanto all'ipotesi del premier libico Serraj circa la liberazione di 8.000 migranti dai centri, "stiamo lavorando con il governo libico perchè la situazione torni tranquilla". L'obiettivo, afferma ancora Salvini, "non è quello di smistarli in Europa. C'è una guardia costiera che lavora bene, c'è un governo legittimamente riconosciuto e con loro ragioniamo".