Inclusione. La cultura che unisce, a Roma un itinerario accessibille a tutti
I membri dell'associazione "Anima di Roma" insieme ai ragazzi partecipanti al Circo Massimo
Un primo passo verso l'inclusione. Un primo tentativo di far apprezzare a tutti le gemme artistiche, anche quelle più nascoste, di una delle città più belle del mondo. È iniziata nella Capitale la sperimentazione di “Culture for all – camminate senza meta”, il progetto dell'associazione "Anima di Roma", attiva nel sociale, pensato per offrire un'esperienza culturale unica e alternativa a ragazzi e ragazze con disabilità.
Un'intuizione nata dal fatto che a Roma non esiste un'offerta culturale specifica rivolta alle persone disabili. La "Camminata" si ispira alla "Teoria della Deriva", un modo di vivere la città che prevede lo sviluppo di un forte spirito critico - libero da pregiudizi -, di un’osservazione profonda dello spazio e degli avvenimenti e della capacità di sottolineare il valore del dettaglio. L'associazione Anima costruisce itinerari personalizzati in base ai gruppi coinvolti, avvalendosi di un pedagogista esperto, perché ritiene che la disabilità non si può uniformare nei bisogni e dunque non è possibile sviluppare percorsi di accessibilità identici per persone con deficit fisici e cognitivi diversi.
Il primo "giro" è partito dal Circo Massimo e si è concluso con una visita al Chiostro della Basilica di Sant’Anselmo, con pranzo finale a base di prodotti tipici romani. I partecipanti, ragazzi e ragazze di "Ceralaccha", una delle realtà sociali che si occupa da più tempo di disabilità, hanno potuto scoprire anche gli angoli più nascosti dello storico quartiere Aventino. «E’ stato un emozionante inizio di un progetto a cui teniamo molto - ha commentato il presidente di "Anima di Roma", Gianluca Dodero – e non casualmente si è attivata una catena di solidarietà che infonde gioia. Crediamo molto nell’approccio generativo, per cui l’impegno e la propensione al dono della collettività creano un’onda di progresso sociale e di collaborazione umana impensabili». Un'iniziativa che non sarà certamente l'ultima: «Per noi è fondamentale rendere la città uno spazio aperto e accessibile a tutti, sensibilizzando l’opinione pubblica sul tema della relazione tra disabilità e cultura», ha concluso Davide Cesolini, responsabile dei progetti sociali dell’associazione.