Il caso. Donazioni ai Paesi poveri in aumento, ma solo per i vaccini (spesso non usati)
I vaccini donati (ma spesso non usati per vari motivi) ai Paesi poveri hanno gonfiato le cifre delle donazioni, ma in realtà la solidarietà internazionale è ancora al palo
Cresce sulla carta lo stanziamento dei Paesi donatori in aiuto pubblico allo sviluppo (aps) dei Paesi poveri, ma in gran parte si tratta di un “aiuto gonfiato”, costituito dalle donazioni di vaccini Covid. Che, tra l'altro sono rimasti in molti casi inutilizzati. Magari perché arrivati ormai prossimi alla scadenza, oppure senza supporto logistico per la distribuzione.
È quanto denunciato da Oxfam in occasione del rilascio dei nuovi dati Ocse per il 2021 e riportato dall'Agenzia Sir. “Ci troviamo ancora una volta di fronte a niente più che un aumento di facciata negli stanziamenti da parte dei Paesi donatori, che hanno conteggiato nei budget nazionali destinati alla cooperazione allo sviluppo le donazioni di dosi di vaccini Covid – ha detto Francesco Petrelli, di Oxfam Italia su finanza per lo sviluppo –. Oltre 350 su 857 milioni delle dosi donate provengono da scorte acquistate per la proprie necessità sanitarie, offerte spesso in prossimità della scadenza e senza supporto per la distribuzione e conservazione. Emblematico il caso dell’Italia che ha donato 33 milioni di dosi, in diversi casi proprio a pochi mesi dalla scadenza, mettendo in grande difficoltà i Paesi beneficiari, che avendo sistemi sanitari fragili non riescono a mettere in piedi campagne vaccinali diffuse in poco tempo e senza un calendario certo e concordato. Altre 15 milioni di dosi, che erano state promesse, sono rimaste nei magazzini, perché rifiutate o non richieste, mentre in Europa a fine febbraio ne sono scadute 55 milioni nei magazzini”.
“Per l’emergenza Covid – prosegue – il nostro Paese ha dichiarato un aumento di stanziamenti da 94 a 666 milioni di dollari sul capitolo iniziativa relative al Covid-19, di questi 227 milioni è costituito dai vaccini oltre che da iniziative di rifinanziamento in questo caso positive del Fondo globale per la lotta alle pandemie, l’iniziativa Gavi, l’Oms. Per un impegno complessivo pari l’11% del totale dell’aps 2021. I vaccini che sono stati donati sono per la maggioranza gli stessi la cui somministrazione agli under 60 è stata interrotta su indicazione delle autorità sanitarie italiane, cioè AstraZeneca e J&J. Delle 33 milioni di dosi donate dall’Italia, quasi l’80% sono proprio di questa tipologia. Vaccini che sono stati donati a Paesi come quelli africani con una popolazione che ha un’età media inferiore ai 20 anni”.
Per l’Italia lo stanziamento in aiuto pubblico allo sviluppo passa da 4,2 miliardi nel 2022 a 6 miliardi nel 2021, ossia dallo 0,22% allo 0,28% in rapporto al reddito nazionale lordo. Un dato che ci pone ancora una volta sotto la media dei Paesi europei che arriva allo 0,49% per 81 miliardi di dollari.