Coronavirus. Aiuti a imprese, partite Iva e famiglie: un bis che vale 2,8 miliardi
Manifestazione dei lavoratori dello spettacolo davanti al ministero dei Beni culturali, a Roma
Il decreto “ristori bis” sale a 2,8 miliardi di euro e istituisce un fondo destinato a quelle regioni che dovessero entrare nei prossimi giorni tra le zone rosse o arancioni, quelle a maggior rischio epidemiologico. Così mentre vengono coperti i contributi a fondo perduto e le sospensioni dei pagamenti fiscali per le attività già costrette alla chiusura, si costituisce anche una riserva a cui potranno attingere automaticamente le autorità regionali per ristorare le aziende colpite da (molto probabili) ulteriori lockdown locali. Senza necessità, almeno in prima battuta, di nuovi stanziamenti da parte del governo.
Non a caso il confronto di oggi tra i governatori e il ministro dell’Economia Roberto Gualteri ha avuto, secondo quest’ultimo un «esito positivo» e il nuovo dl è stato «ben recepito», come ha confernato anche Stefano Bonaccini (Pd), presidente della Conferenza delle Regioni.
«In modo tempestivo – ha scritto Gualtieri su Facebook – interveniamo nuovamente per assicurare un rapido sostegno economico a tutte le categorie più colpite dalle nuove misure di contenimento adottate con l’ultimo Dpcm», con la promessa che l’arrivo dei bonifici sui conti correnti delle nuove imprese coinvolte avverrà «entro due settimane». Tra domani e martedì invece dovrebbero giungere agli interessati i primi 211mila bonifici disposti dal primo decreto, per un totale di 964 milioni di aiuti, dei quali 726 destinati a bar, gelaterie e ristoranti.
In entrambi i provvedimenti è stato previsto il ristoro automatico da parte dell’agenzia delle Entrate di tutti coloro che hanno già ricevuto il sostegno dopo il lockdown di marzo-aprile, mentre chi dovrà fare una nuova domanda dovrebbe ricevere i versamenti nel giro di un mese.
Gualtieri ha precisato anche la linea d’azione del governo: «La fase che stiamo attraversando deve vederci tutti concentrati ed impegnati nel piegare la curva dei contagi. La salute degli italiani è la nostra priorità». Per questo c’è «il ritorno a misure restrittive dolorose» che «porteranno inevitabilmente a un rallentamento del rimbalzo del Pil», ma sono «necessarie perché la migliore politica economica è il contrasto del virus». Intanto «il governo sostiene le famiglie, i lavoratori e le imprese con uno sforzo senza precedenti. E lo farà finché sarà necessario».
Il nuovo dl, approvato nella notte tra venerdì e sabato dopo una serrata ricerca di nuovi fondi, prevede tra l’altro il rinvio delle imposte di novembre per partite Iva e professionisti nelle zone rosse, indipendentemente dalle perdite di fatturato e risorse per le famiglie: i congedi parentali dei genitori con i figli a casa per la chiusura delle scuole medie inferiori e un bonus babysitter da 1.000 euro. Ma ci sono anche 300 milioni per il sostegno del trasporto pubblico locale, settore in grave crisi e “prima linea” nel contrasto all’epidemia. Cento milioni vanno invece alle imprese del Terzo settore.
Per le imprese commerciali oltre ai contributi diretti c’è la cancellazione della seconda rata Imu ed è prevista la sospensione dei contributi previdenziali per il mese di novembre per le attività indicate dal primo dl, mentre per quelle delle nuove zone rosse e arancioni lo stop è anche per dicembre. Prorogato al 30 aprile 2021 il pagamento della seconda o unica rata dell’acconto di Ires e Irap per i soggetti Isa che operano nelle zone rosse, dove è previsto anche un credito di imposta sugli affitti commerciali.
C’è poi uno specifico fondo per le attività dei centri commerciali obbligate in tutto il Paese alla chiusura nei weekend. Quanto ai ristori diretti viene garantito il 200% del contributo già ricevuto con il decreto Rilancio a tutti gli esercizi commerciali e le attività che dovranno chiudere nelle zone rosse e arancioni del Paese. Ma è stata anche ampliata a 19 settori la lista dei comparti che beneficeranno degli indennizzi su base nazionale.