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LA PROPOSTA. Agrigento, l'ospedale a rischio crollo «sotto tutela della Protezione civile»

martedì 4 agosto 2009
"Agrigento non resterà senza ospedale. Non spetta a noi dire se il nosocomio debba essere evacuato o meno. Siamo a lavoro per tentare di evitarlo instaurando un clima di collaborazione tra tutte le parti". È la rassicurazione del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a margine dell'incontro avuto stamani in prefettura. Seduti nello stesso tavolo c'erano i due esponenti del Governo nazionale, l'assessore regionale alla Sanità Russo, il prefetto Postiglione, il sindaco Zambuto, il comandante provinciale dei carabinieri Di Iulio, quello della guardia di finanza Raffo, il questore Di Fazio e il commissariostraordinario dell'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio Leto.L'intenzione del tavolo istituito stamani è quella di chiedere alla magistratura di lasciare in custodia l'ospedale alla Protezione civile nazionale e non al commissariostraordinario dell'azienda ospedaliera. In tal modo, la Protezione civile fornirà ai giudici nuovi elementi sulla staticità dell'edificio. Nel caso in cui però venga accertato il pericolo di crollo, sarà impegno di Guido Bertolaso e dei suoi tecnici preparare un piano di sgombero. "La magistratura per rimodulare il provvedimento - hadetto il ministro Alfano - ha bisogno di un fatto nuovo. Il fatto nuovo è che a prendere le redini della situazione è la protezione civile nazionale, attraverso i validissimi tecnici di cui dispone. Una cosa è certa: Agrigento non può e non deve perdere il proprio ospedale. Il presidente Silvio Berlusconi è pronto ad intervenire, con ogni mezzo e con ogni forma di strumentazione giudirica per risolvere il problema di Agrigento. Questo tavolo è la prova concreta di come le istituzioni sanno fare squadra. La Regione e la Protezione civile hanno promesso collaborazione".Alfano, quindi, ha assicurato che "l'obiettivo è quello di non spostare l'ospedale di Agrigento, ma anche quello di non fare deperire le apparecchiature tecnologiche evitando, dunque, che esse possano essere disperse in altri ospedali perché il viaggio, con ogni probabilità, sarebbe di sola andata. È nostra intenzione, inoltre, rasserenare la popolazione di Agrigento, non solo del mantenimento del presidio a livello agrigentino, ma anche e soprattutto che si deve stare in un ospedale che non ha rischi di crolli". "Noi abbiamo dato la nostra disponibilità. Sarà adesso la magistratura a decidere. Stiamo dunque parlando di soluzioni - ha detto Guido Bertolaso - che al momento sonosolo delle ipotesi. Credo di essere stato uno dei primi ad esprimere apprezzamento per quella che è stata la decisione dell'autorità giudiziaria di Agrigento perchè finalmente ha dimostrato una reazione a quelle che sono state le nostre preoccupazioni. Adesso, evidenziato un problema reale che non riguarda solo Agrigento ma anche tante altre strutture, occorre avere una procedura, un protocollo, che ci consenta di avere un sistema standard per tutti". Bertolaso, infine, ha ricordato: "Non possiamo immaginare di dover chiudere ospedali e scuole senza che vi siano state fatte delle verifiche. Pertanto la nostra proposta è quella di assumere un ruolo in questa vicenda, che garantisca alla magistratura il rispetto di quelle che siano le iniziative che loro vogliono. Riteniamo - ha concluso - che sia il casodi completare queste iniziative con altri interventi aggiuntivi, e non sostitutivi, in modo da avere il quadro più completo e più dettagliato possibile".