Attualità

Intervista. Referendum, Agesc propone le ragioni del Sì e del No

Enrico Lenzi sabato 26 novembre 2016

Informare per «un voto responsabile e consapevole». Roberto Gontero, presidente nazionale dell’Associazione nazionale genitori scuole cattoliche (Agesc), spiega così l’obiettivo dell’incontro che si svolge dalle 15.30 nella Sala Verde a Palazzo Rinaldi a Treviso. Al centro il tema del prossimo referendum sulla riforma costituzionale.

«Quello di Treviso è il terzo appuntamento sul tema – spiega Gontero –, dopo quelli già svoltisi a Torino e Perugia, ma in questa occasione abbiamo deciso di offrire una diretta streaming sul nostro sito www.agesc.it, affinché l’informazione possa raggiungere non soltanto i nostri associati, ma tutti coloro che vogliano informarsi sul contenuto del referendum».

Eppure di questo referendum si parla molto. Perché impegnarsi anche come associazione?

Da una parte raccogliamo l’invito che i vescovi italiani, attraverso il loro presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, hanno fatto affinché il voto della comunità cristiana sia consapevole. Dall’altra come cittadini e come associazione che si confronta anche con la politica nella sua battaglia per la libertà di scelta delle famiglie in campo educativo, abbiamo voluto fare la nostra parte dando informazione sui contenuti della riforma, visto che questi ultimi sono spesso rimasti nell’ombra all’interno di un dibattito politico.

Dunque meno polemiche e più informazione sui contenuti?

Proprio così. Del resto anche la scelta di coinvolgere non politici, ma due costituzionalisti nell’incontro di Treviso è un chiaro segnale: parlare di cosa cambia e non degli scenari politici. Così per spiegare le ragioni di «sì» abbiamo coinvolto l’ex procuratore generale del Veneto Ennio Fortuna e per quelle del «no» l’ordinario dell’Università di Padova Francesco Volpe. A loro spetterà chiarire le posizioni in campo, i cambiamenti e le conseguenze che la riforma della nostra Costituzione comporterà.

In tutto questo, l’Agesc ha scelto di non dare un’indicazione di voto ai propri associati. Perché?

Per non cadere nel gioco delle strumentalizzazioni politiche che una indicazione di voto avrebbe sicuramente comportato. Un «sì» o un «no» dichiarati, non sarebbero stati guardati nel merito, ma letti come uno schierarsi politicamente. E questo non lo vogliamo. Al contrario speriamo che questo nostro impegno permetta ai cittadini di scegliere sul concreto dei contenuti in gioco e non sui condizionamenti interni ed esterni. Ecco perché è importante informarsi su ciò che cambierà con questa riforma. È il contributo che l’Agesc vuole offrire al nostro Paese.