Ancora una volta, i “baschi blu”, gli agenti di polizia penitenziaria piangono la morte di due colleghi. Due uomini che nella giornata di oggi si sono tolti la vita, sparandosi con la pistola d’ordinanza. “Se non fosse incredibilmente vero, direi di vivere in una dimensione alterata”, è il commento di Eugenio Sarno, segretario generale della Uil-Penitenziari, che rivolge al governo “un disperato grido di aiuto”.Questa mattina si è tolto la vita un uomo di 48 anni, un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Vasto (Chieti). L’uomo si è tolto la vita sparandosi un colpo con la pistola d'ordinanza mentre si apprestava al bar del carcere per la colazione. A poche ore di distanza, un secondo agente in servizio al carcere di Augusta (Siracusa) si è suicidato nella sua abitazione, sempre con la pistola d’ordinanza."È il settimo suicidio del 2012", sottolinea Eugenio Sarno, che invita i colleghi "a non deprimersi, ad affrontare con lucidità queste ore drammatiche e contribuire, con il nostro indispensabile carico di umanità e professionalità, affinchè il sistema penitenziario non collassi". "Non è più possibile assistere inermi a queste morti assurde", aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sappe (sindacato autonomo Polizia Penitenziaria). "Quanti -chiede il leader del Sappe- si sono premurati di verificare davvero le condizioni di disagio dei poliziotti? Quanti hanno messo in campo efficaci strategie per contrastare il disagio lavorativo, anche attraverso collaborazioni con centri di ascolto? Sono probabilmente meno delle dita di una mano. È una colpevole vergogna".Dal 2000 ad oggi, secondo i dati del Sappe, sono stati circa 100 i poliziotti penitenziari che si sono uccisi, cui bisogna aggiungre il suicidio di un direttore di istituto (nel 2003 a Sulmona) e un dirigente regionale (nel 2010 a Cosenza).