Attualità

MINORI E ACCOGLIENZA. Adozioni internazionali Rimborsi più adeguati

Viviana Daloiso giovedì 9 dicembre 2010
Per le adozioni internazionali, sullo sfondo del crollo spaventoso di richieste del 2010 (documentato da un’inchiesta di Avvenire lo scorso 19 novembre), arrivano in chiusura d’anno buone e – ancora, purtroppo – cattive notizie. Le buone riguardano, come precisa il sottosegretario Carlo Giovanardi nella lettera che pubblichiamo qui a fianco, i rimborsi per le famiglie che nel corso del 2009 hanno deciso di accogliere un bambino dall’estero. Oltre al rimborso forfettario di 1.200 euro (erogato a partire dal 2007) queste ultime saranno, secondo quanto evidenziato da Giovanardi, avvantaggiate: in data 30 novembre, con pubblicazione in Gazzetta proprio oggi, un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri ha infatti stabilito che per le coppie con un reddito annuo fino a 35mila euro siano rimborsabili fino al 50% delle spese sostenute, mentre per quelle con un reddito superiore a tale soglia (ma inferiore a 70mila euro) fino al 30%. Cifre che sostituiscono, dunque, quelle stabilite dal Fondo per le adozioni internazionali a partire dal 2005, che prevedevano il rimborso di un massimo di 6 o 4mila euro a seconda delle fasce di reddito. E che ci si auspica, ora, valgano anche per le coppie che hanno portato a termine un’adozione nel 2010: non 4mila (cifra che si riferisce al 2009, per l’appunto) ma, fino ai dati disponibili dello scorso agosto, solo 2.564, cioè ben il 30% in meno.Altra buona notizia, quella relativa al Fondo di credito per i nuovi nati, che – lo ricordiamo – riguarda anche tutti i bambini adottati e che negli ultimi due anni è stato alimentato con 25 milioni di euro annui per garantire le banche per l’eventuale insolvenza dei prestiti che saranno concessi ai nuclei con bebè (l’interesse, che potrà poi essere migliorato dai singoli istituti aderenti, è fissato al 50% del tasso effettivo medio e prevede un massimo di 5mila euro per finanziamento). Ebbene, lo scorso 2 dicembre sono stati riaperti i termini per i nati nel 2009, fissata precedentemente al 30 settembre 2010, e i genitori che hanno avuto una nascita nel 2009 potranno presentare la domanda di accesso al prestito entro il 31 dicembre.Sul tavolo, però, rimangono ancora dei nodi. Primo fra tutti, quel dato sul calo spaventoso delle adozioni di bimbi dall’estero nel 2010, che trova senz’altro origine nella drammatica congiuntura economica (la crisi scoraggia, anche psicologicamente, gli aspiranti genitori adottivi), ma anche nell’aumento dei costi: le adozioni internazionali sono sempre più “care”, le famiglie spendono circa 20mila euro tra viaggi e spese di mediazione. E non è un caso se, nello stesso decreto citato dal sottosegretario Giovanardi, si ravvisa proprio come sia «opportuno – recita il testo – modificare i criteri per l’erogazione dei rimborsi applicati negli anni precedenti in considerazione dell’intervenuta costante lievitazione dei costi di viaggio e soggiorno all’estero».E poi, certo, rimane aperta la questione dei fondi. Che, sebbene in parte legati al budget della presidenza del Consiglio (non “toccato” dalla Legge di stabilità approvata martedì sera in Senato), per quella più consistente fanno capo a quel Fondo per le politiche della famiglia che invece, dalla Finanziaria, è risultato fortemente penalizzato. Il fondo, che finanzia tutti i progetti per la famiglia, ha infatti assistito a un taglio drastico: se nel 2008 aveva contato su 346,5 milioni di euro, nel 2009 ha dovuto fare i conti con la metà di quei soldi (186,6 milioni di euro), nel 2010 con 185 milioni e – questo l’allarme – sia nel 2011 che nel 2012 dovrà farli con appena 52,5 milioni di euro. Un ridimensionamento contestato negli ultimi mesi, e anche nel corso della Conferenza della famiglia di Milano un mese fa, dal Forum delle associazioni familiari. Viene da chiedersi come, con queste cifre, potranno essere mantenuti i 25 milioni stanziati al sostegno delle adozioni internazionali e gli altrettanti 25 milioni stanziati per il Fondo nuovi nati di cui sopra, visto che le voci – due di almeno un’altra quindicina su cui spalmare il budget – da sole lo esaurirebbero quasi totalmente.