Indagini. I due adolescenti morti a Terni. Il vescovo: solitudine esistenziale
La conferenza stampa a Terni
“Gianluca e Flavio, due ragazzi adolescenti, 15 e 16 anni, dei nostri rioni, della nostra città, trovati morti nel proprio letto nella stessa mattinata (il 7 luglio, ndr). Non osiamo immaginare il dolore di genitori e familiari. A loro ci stringiamo in una solidale compassione per la perdita prematura di questi che sono figli loro e anche nostri”. È un passaggio del comunicato scritto dal vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Giuseppe Piemontese, che aggiunge: “Ognuno esprime conforto secondo la propria sensibilità. La Chiesa cattolica, pur avvertendo il peso insostenibile della morte di due ragazzi, sull’esempio di Gesù che si unisce al pianto e al conforto della madre vedova e di Giairo, osa ribadire che la morte non avrà l’ultima parola”.
Il vescovo precisa: “Molte volte abbiamo lamentato l’insufficienza di attenzione educativa e sociale verso le giovani generazioni; ancora più frequentemente siamo stati derisi come retrogradi quando abbiamo stigmatizzato proposte legislative e sociali, che sottovalutano i rischi connessi a ‘ragazzate’, a ‘modiche dosi’, ad ‘usi personali’, che con il tempo portano a tragedie collettive”.
La morte nel sonno
Gianluca e Flavio sono morti nella notte tra lunedì e martedì durante il sonno, nelle loro case in due diversi quartieri di Terni. I loro corpi esanimi sono stati scoperti dai rispettivi genitori. I due ragazzi si conoscevano e avevano trascorso la serata insieme. Le indagini si sono rivolte subito verso una assunzione di sostanze. Martedì pomeriggio un 41enne è stato fermato e ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente. L'uomo è accusato di morte come conseguenza di altro delitto. Il suo difensore, l'avvocato Massimo
Carignani, ha detto che attesa dell'udienza di convalida il suo assistito piange. "Si sente in colpa per quello che è successo".
Il metadone
Se Ia causa della morte dei due adolescenti sia effettivamente il metadone lo dovranno dire autopsie e analisi tossicologiche. l procuratore della Repubblica Alberto Liquori in conferenza stampa ha comunque fatto notare che «abbiamo una responsabilità collettiva per quello che è accaduto. Forse non siamo stati del tutto capaci di fare il nostro dovere».
"Cercheremo di arrivare alla verità - ribadisce poi - anche per i genitori, per lenire in parte il loro enorme dolore. Per fargli capire che la colpa non è la loro. Non vedo responsabilità genitoriali ma sociali sì". Per poi sottolineare di avere riscontrato tra i giovani una "grave dimestichezza con il mondo della droga".
Gli inquirenti devono accertare se si sia trattato della prima volta che i due adolescenti facevano uso di "sostanze droganti" come le hanno genericamente definite gli inquirenti. Ma anche perché l'uomo abbia fornito loro il metadone (probabilmente nella serata di lunedì tanto che i due ragazzi si sono sentiti male e non hanno partecipato a una partita di calcetto tra amici).