Verso il voto. Fatte le liste, acque ancora agitate nei partiti
Quando i giochi per le la chiusura delle liste sono pressoché chiusi, all'interno dei pariti non accenna a fermarsi lo scontro su temi elettorali e candidature. E mentre nel Pd le liste in direzione vengono chiuse alle quattro del mattino con il voto senza la minoranza e lo stralcio di nomi importanti dai collegi, nel centrodestra continua il botta e risposta a distanza tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sull'abolizione della legge Fornero. In mezzo il movimento Cinque Stelle ancora alle prese con i malumori interni dopo le parlamentarie: massima serietà sulle liste, assicurano dal blog pentastellato.
Il centrosinistra
Il Pd a notte fonda chiude le liste con 117 voti favorevoli, ma senza la minoranza che non partecipa al voto. «Questa è una delle esperienze peggiori, una delle esperienze più devastanti dal punto di vista personale - dice Matteo Renzi uscendo dal Nazareno - Il lavoro che abbiamo fatto sulle liste ci ha visto mettere il cuore e questo vuol dire conoscere l'amarezza per chi è rimasto fuori. Da domani mattina dobbiamo fare una grande battaglia perché la squadra avversaria è impegnativa e forte ma meno forte di noì». Confermata la corsa del segretario nel collegio Firenze 1 Camera e nei listini di Umbria e Campania. Maria Elena Boschi a Bolzano. All'ultimo rientrano in corsa Cesare Damiano e Barbara Pollastrini. Ma restano fuori nomi importanti. «Qual è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi - si chiede via Twitter il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda - Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile».
Il centrodestra
Fatta la coalizione, rimane il problema. Nel centrodestra firmato il programma di massima e quasi ultimate le candidature la questione della leadership si affianca alla discussione tutta interna sulla legge Fornero. Dalle colonne de Il Sole 24 ore Silvio Berlusconi snocciola un pacchetto di misure da approvare prima dell'estate che prevede la flat tax, e contemporaneamente le misure per aggredire subito la povertà e la disoccupazione: il reddito di dignità e «l'aumento immediato delle pensioni più basse a 1000 euro per tutti, comprese le casalinghe che non hanno mai potuto versare contributi». Anticipare l'accesso alla pensione
rispetto agli attuali 67 anni sarà possibile, prosegue, «solo in alcuni casi, individuati con equità, e per un periodo di tempo limitato»: sulla previdenza attenzione a non stravolgere i conti dell'Inps e tutela ai «lavoratori che sono stati discriminati dai criteri rozzi e frettolosi adottati dalla Legge Fornero». La replica di Matteo Salvini non tarda ad arrivare: «A Berlusconi dico Patti chiari, amicizia lunga. Via la legge Fornero. È il primo punto del programma del centro-destra che abbiamo firmato tutti».