Attualità

Cortocircuito. Accoglienza dei migranti a rischio, le prime proteste. Altri naufragi

Diego Motta lunedì 14 agosto 2023

Migranti arrivati a Porto Empedocle

Il cortocircuito dell’accoglienza è già in atto e i territori iniziano a fare i conti con un’emergenza annunciata. L’arrivo di migranti sulle nostre coste è senza precedenti ed è giunto ieri a quota 99.771 persone. Porta con sè purtroppo anche morte e tragedie in serie. L’ultima ieri, ancora una volta al largo della Tunisia: 11 le vittime, tra cui donne e bambini, e 7 i dispersi dopo l’affondamento di una barca che aveva lasciato la costa di Sfax. L’imbarcazione su cui erano presenti 41 persone, per lo più tunisine, tra cui donne e bambini, si è capovolta «poco dopo aver lasciato la costa a Sidi Mansour» ha detto il portavoce del tribunale Faouzi Masmoudi, precisando che «23 persone sono state salvate».

Se ilMediterraneo resta teatro di partenze senza controllo, è ciò che accade a terra adesso a preoccupare. Dove sistemare migliaia e migliaia di persone? Che il sistema sia al collasso lo prova quanto accaduto ieri a Porto Empedo-cle, centro indicato dal governo come nuovo hotspot per le persone sbarcate in Sicilia. In 1.100 sono stati trasferiti nell’area di transito creata al porto, per le pre-identificazioni. Il piano di successivo spostamento al palasport ha immediatamente scatenato proteste di commercianti e dipendenti della zona interessata, che si sono detti pronti a bloccare tutto.

Il caso è poi rientrato, grazie all’intervento delle forze dell’ordine ma che la situazione resti ad alta tensione lo ha ammesso lo stesso prefetto di Agrigento, Filippo Romano. «Il problema c'è: abbiamo l'area sbarchi piena di persone, oggi siamo arrivati a 1.150. In questa area di pre-identificazione ci sono soltanto alcune tende che possono dare ricovero a qualche centinaio di persone. Abbiamo avuto quindi centinaia e centinaia di persone, fra cui molti bambini, che sono state per ore ed ore sotto il sole e di notte all'addiaccio: ecco perché è stata trovata la soluzione temporanea, pochi giorni appena, del palasport».

L’altra faccia dell’emergenza, nel frattempo, arriva da Lampedusa dove ieri è tornato a parlare il sindaco Filippo Mannino, che ha ricordato alcune richieste «rimaste inevase» inviate al governo centrale, tra cui il fatto «che l’isola funga da base di transito» e che «vi sia una nave umanitaria dedicata ai trasferimenti».Pochi giorni dopo la diffusione della circolare del Viminale, che di fatto interrompe le procedure di accoglienza nelle grandi strutture per chi ha la protezione internazionale o speciale, i timori nelle comunità sono grandi. Se ne è fatto portavoce il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che nel suo braccio di ferro col governo ha rilanciato.

«Nelle città ormai è emergenza arrivi. Peccato non ne parlino i telegiornali. Urlavano “porti chiusi”, “è finita la pacchia” e “prima gli italiani”, ma la destra sta dimostrando manifesta incapacità nella gestione dell’immigrazione. Quadruplicati gli sbarchi da quando governano» ha scritto su Twitter il presidente del Pd. Basta il solo annuncio del porto di destinazione di una nave che abbia effettuato soccorsi, per provocare la reazione dei primi cittadini. Domani ad esempio arriverà ad Ancona la nave Humanity 1, con 106 migranti a bordo.

«Ancona ha già dato: le strutture sono sature e siamo arrivati oltre il limite» ha reagito il sindaco della città, Daniele Silvetti, eletto pochi mesi fa con il centrodestra. Il riferimento del primo cittadino riguarda da un lato il precedente arrivo, lo scorso 25 luglio, di un’altra nave umanitaria, dall’altro chiama in causa in particolare la gestione dei minori non accompagnati, che è in capo direttamente all’amministrazione comunale. Proprio la presa in carico degli under 18 soli nei centri urbani preoccupa i sindaci, che hanno chiesto da tempo centri di primissima accoglienza e maggiori risorse all’esecutivo.