Ultradestra. Acca Larentia, saluti romani e polemiche per l'anniversario della strage
Un post tratto dal profilo Instagram di Elly Schlein mostra un fermo immagine del video coi saluti romani davanti la sede dell'ex Msi
Centinaia di militanti schierati in riga davanti al luogo dell’agguato, le braccia tese per il saluto romano, il grido “presente!” scandito per tre volte in ricordo di ognuna delle vittime della strage di Acca Larentia. Le immagini dell’ adunata neofascista in ricordo dei tre giovani missini uccisi nel 1978 spiegano le dimensioni della polemica seguita alla commemorazione di domenica, decisamente oltre lo standard che accompagna l’evento praticamente ogni anno. Del resto la ricorrenza non è una novità, piuttosto un must dell’estrema destra capitolina, ma con gli eredi dell’Msi al governo e la grande partecipazione, il caso è esploso in poche ore: la segretaria del Pd Elly Schlein ha depositato alla Camera un’interrogazione al ministro dell’Interno ed è subito tornata a chiedere la chiusura di «tutte le organizzazione neofasciste come vuole la Costituzione». Il M5s è andato anche oltre, dando mandato a Sergio Costa di presentare un esposto alla Procura di Roma per «per accertare eventuali reati commessi».
Troppo per il Pd capitolino, che ha accusato la destra di offrire copertura e legittimazione all’evento. Schlein ha sollecitato la premier a prendere posizione e così ha fatto anche il leader di Avs, Angelo Bonelli. «La legge vieta di perseguire finalità antidemocratiche proprie del partito fascista – si legge nell’interrogazione firmata dalla segretaria – esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica» o anche «rivolgendo la propria attività all’esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri» del partito fascista. «È evidente – prosegue quindi il testo – che le attività e i gesti compiuti durante la commemorazione rientrano pienamente nelle condotte vietate. Per questo chiediamo al governo valutazioni e un intervento tempestivo.
Il fondatore di Azione, Carlo Calenda, ha parlato di «vergogna inaccettabile», mentre il senatore di Italia viva, Enrico Borghi, ha invocato l'immediata identificazione dei protagonisti della “cerimonia”. «La presidente del Consiglio dica che si tratta di immagini sbagliate – è stato invece il commento provocatorio di Matteo Renzi –. Tra un post su Ferragni e una discussione su Delmastro o su Lollobrigida, riuscirà a dire mezza parola? Noi la aspettiamo».
«Noi non facciamo saluti romani, nessuno di noi ne ha fatti, per scelta e non per convenienza, da sempre e non da oggi perché stiamo al governo», ha reagito con energia Fabio Rampelli, il primo a incaricarsi della difesa d’ufficio di Fdi. Ma in serata il partito della premier ha comunque diffuso un comunicato per precisare la propria posizione e replicare alle accuse lanciate dai dem: «Su Acca Larenzia si abbatte la solita ipocrisia della sinistra. È dal 1978 che su quel piazzale si commemorano dei ragazzi uccisi. Finora, anche sotto i governi del Pd, si è reputato di non intervenire per impedirla. Curioso che la sinistra abbia cambiato idea solo ora. Utilizzare il ricordo della tragica morte di tre ragazzi ammazzati dall’odio comunista per fare bieca propaganda è squallido e vigliacco».
In fondo un giudizio simile a quello di alcune delle organizzazioni presenti alla commemorazione, tra cui Casa Pound e Gioventù nazionale, che hanno negato l’eccezionalità dell’evento rispetto al passato e ribadito l’intenzione di continuare a ricordare la strage anche in futuro e con le stesse modalità.