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Regionali. Abruzzo, il campo largo ci riprova. Ma c'è la mina Basilicata

Arturo Celletti martedì 5 marzo 2024

In Abruzzo uniti. In Abruzzo il campo largo diventa larghissimo. In Abruzzo il centrosinistra tenta la seconda spallata a Giorgia Meloni dopo la Sardegna. Tutto sembra funzionare ma c'è la mina Basilicata che pesa sul centrosinistra. Proviamo a capire calendario alla mano. In Abruzzo si vota domenica. In Basilicata il 21 aprile. Ma l'unità trovata nella Regione del Gran Sasso rischia di essere messa a dura prova dalle tensioni che scuotono l'altra regione. Insomma un brutto segnare andare a votare uniti in Abruzzo quando in Basilicata volano gli stracci. Conte e Schlein si sentono. Capiscono il valore di un accordo lampo in Basilicata. Ci provano. Il Pd è diviso: una parte continua a puntare su Angelo Chiorazzo, il re delle coop bianche lucane. L'altra - sostenuta dal partito nazionale - è alla ricerca di un nome diverso, in modo da superare il veto posto su Chiorazzo dal M5s e da spalancare così le porte a un'alleanza anche con Verdi-Sinistra e Azione. Campo larghissimo anche in Basilicata per provare a vincere su un centrodestra che da tempo ha trovato l'unità sul governatore uscente di Forza Italia Vito Bardi? Le trattative vanno avanti senza interruzioni, a Potenza ma soprattutto a Roma. In generale, specie fuori dal Pd, c'è fiducia nella possibilità che entro domenica salti fuori il nome che mette tutti d'accordo. C'é una comune volontà di chiudere, ripetono dalle roccaforti di Pd e M5s. Una volontà comune di non fare gli errori fatti dal centrodestra in Sardegna. Nomi alternativi a Chiorazzo sono sul tavolo: dopo il passo indietro del magistrato Alberto Iannuzzi, restano in campo quelli del manager della sanità Lorenzo Bochicchio e del presidente dell'Ordine dei medici di Potenza Rocco Paternò, che hanno già il gradimento di M5s, Verdi-Sinistra, Psi, La Basilicata Possibile e Azione. Le voci di corridoio sussurrano altre opzioni, personalità che potrebbero venir prese in considerazione, come il presidente della provincia di Matera Piero Marrese, l'ex presidente del consiglio regionale Piero Lacorazza e lo stesso Lettieri.
Il Centrosinistra ripete la linea: accordo in Basilicata per non mettere a rischio l'Abruzzo. Il centrodestra pare tranquillo. «In Abruzzo vinciamo. C'è entusiasmo per il centrodestra e per il bis di Marsilio...». Antonio Tajani scommette sulla rivincita del centrodestra dopo la sconfitta in Sardegna. E spiega anche perchè: «Se in Sardegna si fosse votato con il sistema abruzzese, che non contempla il voto disgiunto, avremmo vinto noi». Insomma in Sardegna si è perso per mancanza di unità. Perchè qualcuno ha votato un partito del centrodestra ma non ha votato Paolo Truzzu, il candidato voluto (per molti imposto) da Giorgia Meloni. E ora? Ora il centrodestra cerca di ritrovare l'unità. A cominciare dalla sfida di domenica prossima. Qui in Abruzzo è sfida a due. Da una parte il governatore uscente Marco Marsilio (da sempre uomo di fiducia di Meloni) e dall'altra l'ex rettore dell'Università di Teramo Luciano D'Amico sostenuto non dal campo largo come Alessandra Todde in Sardegna, ma dal campo larghissimo: con Pd e M5s questa volta c'è anche Azione. Elly Schlein (domani sarà a Chieti e a Sulmona) crede nel bis. «In Abruzzo c'è una coalizione che tiene insieme tutte le forze alternative alla destra...», ripete la leader del Pd. Ma oggi la testa dei leader del pd e di M5S è tutta in Basilicata.