Legge 194. Aborto, i casi Lazio ed Emilia sulla Ru486 riaprono la polemica
La pillola abortiva Ru486
Il tema della 194 che ha arroventato la campagna elettorale è motivo di scontro anche nel "dopo". Le polemiche erano scaturite per il proposito annunciato da Giorgia Meloni di dare attuazione anche alla parte "preventiva" della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Nonostante che - lo ha chiarito la presidente di Fdi - non si intenda metterla in discussione.
Ma ora fa discutere l’accelerazione annunciata dall’Emilia Romagna. La pillola abortiva Ru486 «verrà distribuita in Emilia-Romagna dalla prossima settimana», annuncia Stefano Bonaccini, indicato fra i possibili successori di Enrico Letta, riferendosi alla distribuzione che verrà fatta nei consultori della regione. «Si parte la prossima settimana da Parma, poi Modena, Bologna, la Romagna» e tutto il territorio, per «garantire alle donne un’ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza», conferma l’assessore Raffaele Donini. Si procederà «man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli necessari su spazi e modalità, sulla base delle indicazioni definite dalla Regione».
Per Eugenia Roccella, neo deputata di Fdi, dalle parole di Bonaccini si evince, paradossalmente, che «fino ad oggi nemmeno in Emilia-Romagna sono state seguite le linee di indirizzo del ministro Speranza, emanate già da due anni. La pillola - chiarisce - verrà somministrata solo in poliambulatori con percorsi definiti di interfaccia con il presidio ospedaliero, adeguatamente attrezzati per gestire l’emergenza e gli effetti collaterali.
La verità - conclude - è che a parte le dichiarazioni a effetto, Bonaccini, amministratore di esperienza, non intende rischiare, al di là delle semplicistiche indicazioni del ministro Speranza che fanno credere alle donne che l’aborto con la Ru486 sia una passeggiata». Mentre, denuncia Roccella, l’intenzione dell’assessore del Lazio Alessio D’Amato di consentire la somministrazione «a domicilio» porterebbe a una «aperta violazione della 194». «Non si può banalizzare così l’aborto», denuncia Massimo Gandolfini del comitato "Difendiamo i nostri figli".
A Bonaccini - che indica come suo obiettivo quello di «dare piena attuazione a un diritto di scelta che riguarda le donne e il proprio corpo che deve essere garantito in tutta Italia» - replica Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia: «Sbaglia tutto nel caratterizzarsi come nuovo leader del Pd che vuole rendere agevole abortire». «Adinolfi mi attacca frontalmente. La conferma che ho fatto la scelta giusta», replica Bonaccini.
Ma un altro fronte si apre nel Lazio, dove l’assessore D’Amato annuncia un tavolo tecnico per avviare un protocollo sperimentale sulla gratuità della pillola contraccettiva per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. Una richiesta che era arrivata anche da due giovani studentesse che in piazza avevano avuto uno scontro verbale con Laura Boldrini, accusata di aver fatto troppo poco per le donne.