Il caso. A Savona la «coabitazione» delle famiglie per battere la povertà
La Liguria è la Regione più anziana d'Italia. A Savona l'indice di vecchiaia della popolazione supera addirittura quello giapponese, storicamente il più alto. Ma non sono le persone anziane a preoccupare la Caritas di Savona. A cadere in povertà sono soprattutto le famiglie. Perché nel capoluogo di provincia ligure, il 95% degli insediamenti industriali sta chiudendo. Non c’è più il siderurgico. Non ci sono più il carbone e l’elettrico: e con le fabbriche sparisce anche tutto l’indotto. A Savona manca il lavoro. Il turismo è quasi inesistente. E le famiglie - dove spesso marito e moglie lavoravano nella stessa azienda - si ritrovano improvvisamente nel vortice della povertà. «Vengono da noi che sono disperati: persone che hanno perso il lavoro, ci sono le rate del mutuo, il prestito per l’apparecchio dei bambini o l’auto nuova da finire di pagare e ogni giorno per loro diventa tutto molto più complicato» racconta Adolfo Macchioli, delegato regionale di Caritas Savona-Noli. «Su una popolazione di 70mila persone, quest’anno abbiamo aiutato 2.500 famiglie – aggiunge – con un 10% circa totalmente senza reddito e senza speranza, con uno sfratto alle spalle e una nuova vita in macchina o sotto i ponti». Ad Albissola Superiore, una delle fabbriche storiche di tazzine e ceramica ha chiuso i battenti. «Di colpo abbiamo avuto 500 operai a casa – conclude Macchioli – alcuni siamo riusciti a ricollocarli con forme "blande" di lavoro ma che purtroppo non basta per mantenere una famiglia. E per risolvere il problema della casa, abbiamo creato alloggi di "coabitazione": due famiglie che convivono sotto lo stesso tetto per dimezzare le spese».