Attualità

La marcia. A Roma il popolo della vita. «Noi dalla parte di piccoli, ultimi e scartati»

Alessia Guerrieri sabato 20 maggio 2023

Verrebbe da dire, in marcia nonostante la pioggia. Perché fitta e incessante la pioggia non ha mai smesso di accompagnare i tanti palloncini colorati, le bandiere e gli striscioni del popolo della vita. Al centro di ogni cartello c’è ormai il consueto cuore con la spunta verde, il segno di chi sceglie la vita. Tamburi e e curiosi strumenti musicali aprono il lungo corteo – 40mila persone, secondo gli organizzatori – con gente arrivata da ogni parte d’Italia, compresa l’Emilia Romagna alluvionata. Ci sono persone di tutte l’età, tante famiglie con passeggini muniti di capottina impermeabile, religiosi. Molti colori e tante sigle per un popolo dalle numerose anime, ma che è unito da un messaggio unico: «Scegliere la vita».

Si fa festa in piazza della Repubblica a Roma, alla partenza della Manifestazione «Scegliere la vita» 2023. Dal palco le ultime indicazioni logistiche e i messaggi arrivati dai leader pro-life europei e dalle istituzioni italiane. A cominciare da quello del presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, in cui l’arcivescovo di Bologna ricorda che «la vita non è consumo, prestazione, potenza, forza» ma «dono, ricevuto e offerto». Da qui il sì alla vita e alla famiglia e il no «alla cultura della morte, che inizia con l’indifferenza, con il credere che i desideri siano diritti». Il presidente delle Cei ripete più volte il «sì alla cultura della vita, a partire da quella dei piccoli e degli ultimi, degli scartati e dei non accolti». Fino a ribadire che « la cultura della vita sa che la vita nasce e cresce nella famiglia e che tutto non dipende dal proprio volere soggettivo, sino ad arrivare alla cosiddetta maternità surrogata, che utilizza la donna, spesso povera, per realizzare il desiderio altrui di genitorialità». Insomma per il cardinale Zuppi «il problema della vita sfida una società che invecchia e ha paura» e la crisi demografica «sta arrivando ad un punto gravissimo». Citando papa Francesco, il cardinale sottolinea che «la nascita dei figli è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo», ricordando poi che «non si contrappongono valori etici e valori sociali» perché «sono la stessa cultura che sgorga dal Vangelo».

Dopo il saluto inviato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, le parole fatte giungere dal presidente della Camera Lorenzo Fontana. «Solo attraverso la piena affermazione dei diritti della famiglia, coerentemente con quanto sancito dalla nostra Costituzione, riusciremo a uscire da quest'inverno demografico». Il riferimento di Fontana è sia a servizi per le famiglie e i minori che a sostegni economici alla genitorialità.

Da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni in Laterano è tutto uno scandire di cori «Viva la vita» e di un batter le mani a ritmo di musica. Si agitano in aria le bandiere nel corso della manifestazione nazionale per ricordare all’Italia che «il popolo della vita «c’è e non si rassegna». E soprattutto per dire - come scandisce dal palco uno dei portavoce della Manifestazione Massimo Gandolfini - che «noi siamo contro la cultura dello scarto. Di fronte alla sovversione antropologica che stiamo vivendo, per cui alcuni valori non sono più dati per assodati, anzi, vengono silenziati, c’è un popolo che vuole dare voce a persone indifese, a cominciare dai bambini nel grembo della madre, ai disabili, alla sofferenza dei migranti e alla vita terminale spesso in condizioni di fragilità estrema». Non è più possibile fare la maggioranza silenziosa, aggiunge Gandolfini dicendosi «più tranquillo» in questa stagione politica, ma occorre ribadire «i punti cardine: la vita sin dal concepimento, la famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, la libertà e la responsabilità educativa».

Scegliere la vita non è solo giusto e bello, ma anche conveniente. Certo, è «un percorso in salita a volte – ammette l’altra portavoce della manifestazione Maria Rachele Ruiu –, ma è spettacolare quello che si vede quando si arriva in cima. Per questo chiediamo alla politica di avere un occhio di riguardo sulla famiglia, culla della vita». La testimonianza che, secondo lei, arriva dalle migliaia di persone che hanno sfilato, nonostante la pioggia, per il centro di Roma è che «nessuno deve essere lasciato indietro, per nessun motivo, dal nascituro all’anziano, passando per il fragile e le famiglie in difficoltà». Nessun rilancio demografico tuttavia sarà mai possibile, aggiunge Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, «se continueremo a tacere la verità sull’aborto, la soppressione di un essere umano, vivo, inerme e innocente nel grembo materno». Sul palco allestito di fronte alla basilica di San Giovanni in Laterano, dove il corteo arriva tra i rulli di tamburi, c’è il gruppo musicale dei The Sun, ma anche Margherita che si è pentita di aver abortito Anita, la sua bimba mai nata con la Sindrome di down. Ci sono poi papà Francesco e mamma Miriam che invece raccontano la bellezza di aver scelto di far nascere la loro bimba con la stessa patologia, Rachele. E Valentina, diventata mamma grazie al sostegno del Centro di aiuto alla Vita Ardeatino, testimone oggi che «diventare mamma è regalo più bello che c’è».