Milano. Diventa un caso il convegno annullato su Israele
L'ingresso dell'università degli Studi di Milano
Si terrà a giugno il convegno previsto inizialmente martedì prossimo all’Università Statale di Milano, dedicato allo stato di Israele. L’incontro si sarebbe dovuto svolgere martedì 7 maggio, ma venerdì è arrivata la notizia dello spostamento. Il motivo? Per gli organizzatori (l’associazione “Italia Israele” di Savona e quella “Pro Israele” di Milano), si tratta di un «altissimo» rischio di incidenti evidenziato dalla questura, tanto che il rettore dell’ateneo, Elio Franzini, aveva proposto la diretta web per evitare ogni rischio. Dalla questura, però, fanno sapere di non avere mai dato alcuna indicazione.
“L’unica democrazia del Medioriente. Israele fra storia e diritto internazionale”, questo il titolo del convegno inizialmente previsto il 7 maggio. Il luogo - le aule dell'ateneo in via Festa del Perdono - ha spinto la Digos ad approfondire la situazione. Una serie di controlli che rientrano nella normalità di un periodo come l’attuale, in cui la guerra in Medio Oriente ha alzato la tensione anche in città, come testimoniano anche i fatti dello scorso 25 aprile. Da settimane, ormai, le associazioni pro-Palestina scendono in piazza per protestare contro l’offensiva israeliana a Gaza mentre, da parte della comunità ebraica, si lamenta un clima di intimidazione che appare ogni giorno più grave. Di qui lo scambio di informazioni e l’interlocuzione fitta del rettorato di via Festa del Perdono con la Digos. Il rettore Franzini ha poi preso la decisione – in totale autonomia e seguendo le indicazioni arrivate anche dalla Crui, come specificato dallo stesso ateneo - di proporre il web come mezzo per evitare tensioni segnalando agli organizzatori questa proposta.
È stato a questo punto che è scattata la marcia indietro e sono esplose le polemiche. Per Alessandro Litta Modignani, presidente dell’associazione “Pro Israele”, «non si poteva fare diversamente. « La questura – ha spiegato – ha fatto sapere all’università che l’appuntamento da alto rischio era stato riqualificato a rischio altissimo e hanno detto che nel pomeriggio bisognava chiudere l’università per l’incolumità degli studenti e che lì si erano dati appuntamento centri sociali di tutto il Nord Italia». Proprio per garantire l’incolumità dei partecipanti, si sarebbe deciso lo stop. A stretto giro la risposta dell’università, che conferma la proposta del web ma che precisa che la scelta di annullare è stata conosciuta «unicamente dagli organi di informazione». Come dire: noi non c’entriamo nulla con essa. « L’associazione – è la precisazione polemica – non si è infatti premurata di informare della decisione il rettore né, tantomeno, di rispondere alla proposta del rettore inoltrata ieri pomeriggio alla presidenza dell’associazione, di svolgere il convegno online e non, come inizialmente programmato, in presenza. Controreplica di Litta Modigliani: « Non potevamo fare diversamente, ma siamo fortemente intenzionati a riproporre questo convegno non appena le condizioni di sicurezza ci saranno garantite, sia dall’Università Statale che dalla questura di Milano». Durissima Cristina Franco, presidente dell’associazione "Italia Israele": «Noi non vogliamo rinunciare al convegno. Sembra di essere tornati molto indietro nel tempo». In serata poi la nota della comunità ebraica milanese che ha annunciato la riproposizione a giugno, ringraziando prefetto e questore. « Purtroppo – ha detto Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica di Milano – dallo scorso 7 ottobre viviamo come ebrei un periodo molto difficile. Siamo attaccati su tutti i fronti sia a livello mediatico che politico, oltre che sulle strade della nostra città».
In serata però è arrivata poi la precisazione della questura di Milano, che ha fatto sapere di «non essere mai stata preventivamente interessata. Pertanto, la questura non ha potuto sviluppare alcuna valutazione in merito agli eventuali rischi connessi allo svolgimento dell’iniziativa». In altre parole: da noi nessun allarme. E mentre gli studenti dell’ateneo si dividevano tra chi considerava la cancellazione dell’evento un affronto alla «libertà di parola» e chi invece una vera e propria « vittoria», si apriva anche il confronto politico. « Penso che il dibattito debba sempre essere plurale. Quindi mi auguro che si possano sentire tutte le voci», ha detto la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. « Il clima è teso in tutto il mondo e Milano non fa eccezione», ha constatato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, mentre per il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, «dover annullare il convegno per ragioni di sicurezza è una sconfitta della democrazia, della cultura e del buonsenso».